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Federmoda Confcommercio Agrigento: Importante sequestro di capi d’abbigliamento a Palermo, 41 mila. Una meritoria attività che sancisce un principio fondamentale di legalità.

Solo alcuni giorni fa a Palermo sono stati sequestrati mille capi di abbigliamento contraffatti dalla guardia di finanza, controlli scattati in un negozio.

Oggi la notizia legata al contrabbando, ovvero, sequestrati al porto di Palermo 41 mila capi di abbigliamento, proveniente da Tunisi e destinati a due importatori di cui uno con sede a Palermo. 

Rivolgo con piacere un sincero plauso alla Guardia di Finanza, – dichiara Alfonso Valenza, Presidente di Federmoda Confcommercio Agrigento – per questa ennesima operazione di contrasto all’illegalità che ha consentito di togliere dalla circolazione una consistente quantità di capi contraffatti frutto di contrabbando“.

La Contraffazione rappresenta, soprattutto in momenti di crisi dei consumi, un’inaccettabile forma di concorrenza sleale da parte della criminalità organizzata.

Il nostro paese ha il triste primato europeo di acquisto del falso e come Federmoda non ci stancheremo mai di ribadire che chi acquista un prodotto contraffatto è complice di un reato, mette a rischio la propria salute, quella dei suoi figli ed alimenta il mercato della criminalità organizzata. “E’ importante combattere la contraffazione commerciale, – conclude Alfonso Valenza- che danneggia fortemente gli operatori che in maniera lecita portano avanti le loro attività e al contempo sono auspicabili sempre maggiori controlli sulle vendite online a garanzia anche del consumatore finale”.


Sequestrati al porto di Palermo oltre 41.000 capi d’abbigliamento stipati in un semirimorchio proveniente da Tunisi e destinati a due importatori, uno con sede nell’ambito del capoluogo siciliano e l’altro con sede nel Novarese. L’operazione è stata condotta congiuntamente dai finanzieri del primo Nucleo operativo metropolitano e dai funzionari dell’Ufficio delle dogane, nell’ambito delle operazioni di controllo assicurate al porto sulle merci in importazione nel territorio italiano. Già le prime operazioni di controllo dei documenti del carico hanno generato sospetti sull’effettiva qualità e quantità merceologica dei prodotti. Da qui la decisione di passare al controllo doganale con un’accurata ricognizione fisica del semirimorchio.

L’ispezione ha permesso di scoprire la tentata introduzione nel territorio dello Stato, in contrabbando, di oltre 41.000 capi d’abbigliamento, sottoposti, quindi, a sequestro preventivo (ex art. 321 del codice di procedura penale) e di denunciare alla Procura i rappresentanti legali delle due società importatrici, per il reato di contrabbando, aggravato dalla falsità delle indicazioni preliminarmente apposte dagli stessi sui previsti documenti doganali. L’operazione delle fiamme gialle e dei funzionari doganali è stata denominata « Fuori Moda».

I capi d’abbigliamento, sottratti al pagamento dei previsti diritti doganali, pari a circa 30 mila euro, qualora immessi in commercio avrebbero fruttato complessivamente alle società importatrici circa 400.000 euro.

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