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Naro: Ultimo saluto a Giovanna Fabrica, giovane maestra morta a scuola 

“In una chiesa di Sant’Agostino stracolma abbiamo dato l’ultimo saluto a Giovanna Fabrica, la giovane maestra morta alcuni giorni fa in classe, mentre svolgeva quel lavoro che lei tanto amava. 

Come ha ricordato la cugina duranta la cerimonia funebre, era “impossibile trovare una persona più genuina di lei, più immediata, più sincera in un mondo in cui imperversa la cattiveria e la malvagità.

Si accontentava di poco, era felice per nulla, apprezzava ogni piccola cosa soprattutto la compagnia delle persone. 

Uno spirito bello, cui oggi anche a Villa Bartolomeo, dove lavorava, i bambini hanno dedicato dei pensierini e dei cartelloni durante una messa in suffragio.  

Addio Giovanna, che la terra ti sia lieve.”Queste le parole commosse del sindaco di Naro Maria Grazia Brandara. 

LA VICENDA: 

È morta sotto gli occhi atterriti dei suoi alunni, stroncata da un malore improvviso contro il quale purtroppo, nonostante i soccorsi tempestivi, non c’è stato nulla da fare. E’ deceduta così, come riporta l’Arena, in quella scuola che tanto amava e dove tutti la apprezzavano per il suo modo sempre pacato e gentile, Giovanna Fabrica, 44 anni, maestra alla primaria Carlo Ederle di Villa Bartolomea, in provincia di Verona. L’insegnante, che era originaria di Naro, nell’Agrigentino, ed abitava a Cerea con il marito Angelo, anche lui docente in un istituto del territorio, era arrivata al Comprensivo Ederle lo scorso anno per il cosiddetto potenziamento oltre che per l’insegnamento di materie curricolari come scienze e geografia. Il malore è avvenuto eri pomeriggio, poco dopo le 14, mentre si trovava nell’aula della seconda B, dove aveva appena terminato una delle lezioni del rientro pomeridiano

All’improvviso, dopo aver salutato il maestro di italiano Tommaso De Stefani che avrebbe dovuto tenere le due ore successive, si è accasciata a terra, cadendo in posizione supina, a poca distanza dalla cattedra e dai banchi della prima fila. Immediato l’intervento dell’altro docente che, con coraggio e sangue freddo, senza lasciarsi prendere dal panico e forte di quanto appreso nel corso salvavita che lo scorso anno l’Ic Ederle aveva attivato per tutto il suo personale, ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco. Non senza richiamare nel frattempo l’attenzione dei bidelli e di altri insegnanti perché portassero al più presto in aula il defibrillatore in dotazione alla scuola ed accompagnassero fuori i bambini. Mentre De Stefani ha proseguito per oltre un quarto d’ora tutte le manovre nel tentativo di strappare alla morte la collega, sono arrivati alle Ederle prima un’ambulanza del 118 e subito dopo l’elisoccorso di Verona Emergenza, atterrato nel campo da calcio a poca distanza dall’istituto. Purtroppo, però, dopo un’altra mezz’ora di manovre di rianimazione messe in atto dal personale medico e paramedico, l’insegnante è morta.

Subito dopo la tragedia a scuola si è precipitato anche il marito della maestra, una scena raccontata dalla dirigente scolastica Cristina Ferrazza: “Una persona ammirevole – ha raccontato al quotidiano l’Arena – che ha reagito con grande compostezza a questo immenso e improvviso dolore che nemmeno lui si sarebbe mai aspettato di vivere”. Sembra che Fabrica non soffrisse di malattie: “Siamo tutti sconvolti e non riusciamo ancora a crederci – ha aggiunto la preside -. Pur con il cuore a pezzi, però, un plauso, come rilevato anche dagli stesso soccorritori, va sicuramente al maestro De Stefani che ha eseguito le manovre necessarie con estrema professionalità e senza mai perdere il controllo della situazione”.

Tommaso De Stefani è il maestro di italiano che ha tentato in tutti i modi di soccorrere la collega e strapparla alla morte:  “È accaduto tutto in pochi secondi – è la testimonianza raccolta dal quotidiano veronese -. L’avevo appena salutata. Lei era tranquilla e sorridente, come sempre. Mi sono avvicinato un attimo alla porta d’ingresso per appoggiare dei libri su un banco quando ho sentito un tonfo. Appena l’ho vista a terra, l’ho chiamata chinandomi su di lei. Non reagiva, così ho iniziato il massaggio cardiaco. Ero molto concentrato, sentivo che la manovra funzionava. Ho sperato con tutto me stesso che potesse farcela”.

Ai bambini della seconda B, la classe in cui è avvenuta la tragedia, la scuola garantirà un supporto psicologico per provare a superare questo complicato momento. 

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