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Giorgia Meloni prima donna premier: “Siamo pronti a risollevare l’Italia”  

“Oggi abbiamo scritto la storia.” È il primo commento di Giorgia Meloni, vera vincitrice di queste elezioni, che si appresta dunque a diventare la prima donna presidente del Consiglio.

“Questa vittoria è dedicata a tutti i militanti, i dirigenti, i simpatizzanti e ad ogni singola persona che – in questi anni – ha contribuito alla realizzazione del nostro sogno, offrendo anima e cuore in modo spontaneo e disinteressato.  A coloro che, nonostante le difficoltà e i momenti più complessi, sono rimasti al loro posto, con convinzione e generosità. Ma, soprattutto, è dedicata a chi crede e ha sempre creduto in noi.  Non tradiremo la vostra fiducia. Siamo pronti a risollevare l’Italia.”

A spoglio ancora in corso, il voto del 25 settembre ha visto l’affermazione di Giorgia Meloni, che ha guidato il centrodestra alla vittoria, nonostante i suoi due alleati -Salvini e Berlusconi- siano rimasti entrambi sotto il 10%, con un testa a testa tra Fi (8%) e Lega (8,5%). Fratelli d’Italia si afferma come primo partito italiano con circa il 26% dei consensi, trascinando il centrodestra sopra al 43% sia al Senato che alla Camera e staccando di 15 punti il centrosinistra, che si ferma intorno al 27%. Insieme a Meloni può festeggiare anche Giuseppe Conte, che porta il movimento sopra il 15%. Il Pd è il secondo partito, ma resta sotto il 20%, considerato dal Nazareno una sorta di traguardo minimo.

L’affermazione del centrodestra è ancora più sorprendente nei collegi uninominali, soprattutto al nord e nelle ex regioni rosse, dove quasi tutte le sfide sono state vinte dai candidati espressi da Fdi-Fi-Lega, anche in collegi che sembravano blindati, come quello di Pisa dove il centrosinistra aveva puntato su Nicola Fratoianni, uscito sconfitto e quello di Sesto San Giovanni, che ha visto il dem Emanuele Fiano, battuto da Isabella Rauti di Fdi. A Roma centro Lavinia Mennuni di Fdi batte sia Emma Bonino, che Carlo Calenda. Al sud invece a fare il pieno nell’uninominale è il ‘nuovo’ M5S di Conte, che si conferma partito a vocazione meridionale. Il dato, già definitivo, dell’astensione segna il 63,91%, con un +9% rispetto alle ultime elezioni politiche del 2018. 

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