Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque persone di Favara nell’ambito dell’inchiesta su un lite scaturita dall’investimento di un gatto e sfociata con il ferimento di uno dei soggetti con un colpo di pistola. Sul banco degli imputati siedono: Nicolò Presti, 45 anni, Pietro Amato, 42 anni, e i fratelli Giuseppe, Salvatore e Giovanni Scarabeo, di 37, 36 e 30 anni. I difensori, gli avvocati Davide Casà, Domenico Russello, Olindo Di Francesco e Riccardo Miccichè, potranno chiedere un rito alternativo come l’abbreviato o il patteggiamento. Teatro del fatto la via Palermo, a Favara. La vicenda è quella per cui, nei giorni successivi all’episodio, è finito agli arresti domiciliari il 45enne, accusato di avere picchiato, minacciato e sparato addosso al 30enne, appunto, rimasto ferito a una mano, dopo che aveva litigato con sua sorella perché aveva investito un gatto randagio proprio davanti all’abitazione. I tre fratelli sono accusati di tentata violenza privata ai danni di Amato che sarebbe stato minacciato di morte se non avesse assecondato alle loro richieste di portarli da Presti per vendicarsi. L’arma non è stata mai ritrovata.
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