Agrigentini con 2 pistole pronte all’uso a Porto Empedocle: solo uno dei quattro indagati resta in carcere
Uno degli indagati resta in carcere, ad un altro è stato applicato l’obbligo di dimora, mentre in due sono stati rimessi in libertà senza alcuna misura cautelare. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, che ha convalidato gli arresti dei quattro agrigentini arrestati dalla polizia di Stato all’Altipiano Lanterna, a Porto Empedocle, nella notte fra martedì e mercoledì. Custodia cautelare in carcere per Danilo Barbaro, 38 anni. Obbligo di dimora nel comune di residenza, con la prescrizione di non allontanarsi dal proprio domicilio dalle 20 alle 7 dell’indomani mattina, per Andrea Sottile, 26 anni. Scarcerati e rimessi in libertà senza misure Simone Sciortino, 22 anni (difeso dall’avvocato Teresa Alba Raguccia) e Antonio Guida, 18 anni. Il pubblico ministero Elenia Manno ha chiesto per tutti la convalida dell’arresto e la custodia in carcere. Gli agenti del Commissariato di Porto Empedocle e della sezione Volanti di Agrigento li hanno bloccati all’interno di un’auto, nei pressi di un supermercato, di viale Europa. Nel corso delle perquisizioni sotto il sedile dell’auto guidata da Barbaro sono state trovate le due pistole, cariche e pronte all’uso, detenute e portate in luogo pubblico illegalmente. Si tratta di un Revolver calibro 38 con matricola abrasa, da ritenersi arma clandestina, comprensiva di 6 munizioni; e di una pistola Beretta semiautomatica calibro 7,65, con relativo caricatore e 6 munizioni. Gli inquirenti lavorano sull’ipotesi di un collegamento con l’operazione che, fra dicembre e gennaio, ha sgominato le famiglie mafiose di Agrigento/Villaseta e Porto Empedocle. Andrea Sottile è fratello di Giuseppe, arrestato (poi scarcerato dal tribunale del Riesame) con l’accusa di avere partecipato a una rapina e un’estorsione mafiosa con il clan di Villaseta.