Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, non ha convalidato il fermo, ma ha disposto però la misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di Michele Bongiorno, 34 anni, di Favare, sfuggito martedì scorso mal blitz dei carabinieri del reparto Operativo, che ha sgominato le famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle. Bongiorno, che si trovava all’estero, si è poi costituito, accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Ninni Giardina, ai carabinieri della Tenenza di Favara. Il 34enne è accusato di minaccia e porto illegale di arma da sparo con metodo mafioso. In particolare, lo scorso 18 gennaio, insieme ad altri tre indagati, e su mandato di un capomafia, avrebbe preso parte a un’intimidazione a un agrigentino residente a Monserrato. Bongiorno è stato indagato perché avrebbe sparato tre colpi contro la porta di casa della vittima e un quarto in direzione delle case popolari prima di fuggire.
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