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Omicidio Lorena Quaranta: ergastolo confermato per l’infermiere reo confesso

I giudici della Corte d’Assise di Reggio Calabria, al termine del processo d’appello “bis” non hanno concesso nessuna attenuante, e confermato l’ergastolo per Antonio De Pace, l’infermiere calabrese di 32 anni, che ha ucciso la favarese Lorena Quaranta il 31 marzo del 2020 nell’abitazione che i due condividevano a Furci Siculo nel Messinese. Il procuratore generale, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 24 anni di carcere. La difesa del trentaduenne calabrese ha annunciato un nuovo ricorso in Cassazione, e nei prossimi mesi i giudici ermellini si occuperanno del caso per la seconda volta. 

A rimettere in discussione il carcere a vita era stata la Cassazione in una sentenza pronunciata nei mesi scorsi con l’annullamento parziale della sentenza di secondo grado. La Suprema corte, nel ribadire in maniera definitiva la colpevolezza dall’imputato, ha imposto ai giudici di valutare la concessione delle attenuanti generiche, e quindi uno sconto di pena, legato all’eventuale stress da Covid. L’infermiere calabrese era stato dichiarato capace di intendere e di volere, quindi imputabile, al termine della perizia effettuata per conto della procura dal professore Stefano Ferracuti che aveva evidenziato l’assenza di “disturbi psichiatrici” nel ragazzo, all’epoca dei fatti vittima di una “importante condizione ansiosa”. La giovane studentessa di Medicina, è stata uccisa in una villetta di Furci Siculo, in provincia di Messina, il 31 marzo 2020, nella prima fase della pandemia.

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