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Blitz antimafia “Gigante”: Uno degli arrestati “scovato” ad Agrigento

Uno degli arrestati, un ecuadoregno di 42 anni, è stato rintracciato dal personale di sezione operativa della Dia di Agrigento in una struttura ricettiva della città dei templi. Lo stesso, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale Pasquale Di Lorenzo. Dalle prime luci dell’alba a Genova è in corso una vasta operazione antimafia condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia, coadiuvata dai Centri Operativi Dia di Palermo, Milano, Torino e dalla Sezione Operativa di Agrigento. La Dia ha eseguito misure cautelari in carcere, emesse dal Gip del capoluogo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di 6 indagati, accusati a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose, associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione illecita di armi e estorsione. In corso anche il sequestro preventivo di un terreno a Palermo, perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di ulteriori indagati. L’operazione, denominata “Gigante” nasce dagli approfondimenti antimafia eseguiti dalla Dia di Genova nei confronti di alcune società della logistica, dai quali è emerso il rischio di infiltrazione mafiosa attraverso alcuni esponenti del mandamento “Tommaso Natale” di Palermo, motivo per cui le società sono state colpite da interdittive. Le indagini hanno portato alla scoperta di 4 pistole ed oltre 500 proiettili, occultati in un container/shelter, in uso alla società logistica, e nella disponibilità dell’imprenditore. L’imprenditore è accusato di aver costituito un gruppo organizzato dedito al traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica. E’ stato infine contestato all’imprenditore anche il reato di estorsione poiché, forte della disponibilità di armi, minacciava di morte una persona costringendola a non vendere un immobile sulle alture di Genova, nella disponibilità di quest’ultima, e anzi a sottoscrivere un contratto di comodato d’uso in suo favore al fine di adibirlo a B&B dal quale l’indagato avrebbe tratto guadagni esclusivi. Gli arrestati sono stati condotti nel carcere di Genova Marassi a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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