In Prefettura ad Agrigento si è svolto un incontro con tutti i sindaci della provincia e il Prefetto Filippo Romano, insieme a Salvo Cocina, coordinatore della cabina di regia contro l’emergenza idrica in Sicilia, per trovare soluzioni. “Il Cordinamento – ha detto Romano, nel quale la Prefettura si pone come servente – serve per ridistribuire le poche risorse disponibili, di una crisi venuta in evidenza con ritardo”. Per Cocina, le uniche soluzioni percorribili al momento sono la ricerca di nuovi pozzi da requisire. Alla domanda se si possa considerare l’uso di dissalatori, Cocina risponde che, sebbene non ci sia tempo per implementare questa soluzione immediatamente, essa rimane percorribile a lungo termine. Chi si aspettava dalla cabina di regia soluzioni concrete si è trovato di fronte a misure risalenti a 50 anni fa, quando si pensava che requisire i pozzi potesse risolvere la crisi idrica. Intanto, la provincia rimane esasperata. “Siamo qui proprio per fare il punto sulla situazione e trovare soluzioni. Nuovi pozzi, questo è il messaggio che diamo oggi”, ha dichiarato Cocina. “Trovare nuovi pozzi d’acqua è fondamentale. Non ce ne sono, lo sanno i sindaci che conoscono il territorio. Possiamo requisire diversi pozzi grazie ai nuovi direttivi; dovremmo riuscire a trovare l’acqua necessaria per gli usi potabili e non solo. Questo dovrebbe aiutarci a recuperare il ritardo di una settimana. Voglio sottolineare che non stiamo parlando di un piano approvato, ma siamo veramente soddisfatti per aver accelerato i tempi e trovato circa il 70% delle risorse necessarie. Oggi abbiamo reperito 20 milioni di euro, una somma sufficiente per le necessità urgenti”. Urgenti quindi, ma non sufficienti per porre rimedio a una crisi che per molti era già annunciata da mesi.
Si conferma, quindi, lo scenario peggiore? “Si conferma, come sapevamo, che agosto e settembre sarebbero stati i periodi clou di questa emergenza. Non basta un semplice temporale per alimentare gli invasi; servono giorni per bagnare i terreni, a secco da mesi.” Qual è il momento che temete di più? “Il mese di settembre. Gli invasi si stanno esaurendo e le falde si stanno abbassando, mentre il consumo resta costante. Anche con i razionamenti, non si può sostituire qualcosa che non c’è, ovvero l’acqua.” Quali sono i Comuni con le maggiori criticità? “Misuriamo le criticità in base all’ampiezza delle turnazioni. San Cataldo e Caltanissetta ricevono acqua ogni 10 giorni circa, nell’Ennese ogni 7 giorni. E poi c’è Agrigento, con questioni annose che stiamo affrontando.” Il fronte dell’Agrigentino resta caldo. “Ad Agrigento, con i nuovi pozzi finanziati con i fondi regionali, arriverà il 20% di acqua in più, ma stiamo cercando di coprire le risorse idriche andate in esaurimento. Temiamo un ulteriore peggioramento. L’acqua non si fabbrica.”
Sentiamo Salvo Cocina, coordinatore della cabina di regia contro l’emergenza idrica in Sicilia: