OLTRE 50 POESIE DALLE CARCERI DI TUTTA ITALIA E CIRCA 300 POESIE ARRIVATE DA 30 NAZIONI DIVERSE. UN CONCORSO CHE ABBATTE LE BARRIERE E INCLUDE CON IL LINGUAGGIO UNIVERSALE DELLA POESIA REALTÀ DIVERSE E CONTRAPPOSTE DAGLI ASSURDI CONFLITTI DEI NOSTRI GIORNI
Nel mondo frenetico e spesso caotico in cui viviamo, la poesia rappresenta un faro di luce, una via di fuga e un mezzo di espressione senza pari. È in questo spirito che Il Parnaso – Premio Angelo La Vecchia ha brillato per la nona volta consecutiva, accogliendo con gioia e gratitudine circa 300 poesie provenienti da 30 nazioni diverse.
Questo concorso, intitolato in onore di Angelo La Vecchia, insegnante e figura di spicco nella promozione della cultura letteraria, si è affermato come una delle più importanti piattaforme per poeti emergenti e affermati. La sua reputazione è cresciuta anno dopo anno, attirando partecipanti da ogni angolo del globo. Il prof. Calogero La Vecchia, direttore artistico del Concorso con emozione afferma: “Nel nostro piccolo cerchiamo di far soffiare una brezza di pace con il linguaggio della Poesia. Per questo abbiamo creato delle sezioni speciali che vengono gestite con enti e associazioni culturali di paesi stranieri. Abbiamo anche il patrocinio da 7 anni del Ministero della Cultura del Daghestan con il quale celebriamo il grande poeta Rasul Gamzatov”. Ma il Concorso ha anche sezioni con la Macedonia, con la Crimea e con altri paesi. Tutte sezioni dedicate a grandi poeti in un’ottica di scambio culturale al di là delle barriere.
A proposito di barriere ciò che rende questa edizione particolarmente significativa è il fenomenale numero di oltre 50 poesie inviate direttamente dalle carceri. In un momento in cui le discussioni sul sistema carcerario sono all’ordine del giorno, con attenzione particolare rivolta alle violenze, alle condizioni disumane e alle sfide affrontate dai detenuti, l’invio di queste poesie rappresenta un gesto di straordinaria bellezza e forza.Una sezione speciale dedicata alla figura della prof. Wilma Greco, strappata precocemente alla vita che ha dedicato, da docente e da volontaria, ai detenuti e al mondo carcerario diffondendo anche l’arte e la poesia.
L’arte, e la poesia in particolare infatti, hanno il potere di attraversare le barriere fisiche e mentali, di dare voce a coloro che altrimenti potrebbero essere silenziosi e di trasformare il dolore in bellezza. Le poesie provenienti dalle carceri sono un richiamo potente alla nostra umanità condivisa, una testimonianza della resilienza e della creatività che risiedono anche nei luoghi più oscuri.
Questo flusso di poesia dalle carceri riflette anche un desiderio universale di connessione e di condivisione delle esperienze umane. Attraverso le parole scritte, i detenuti trovano un modo per comunicare il loro dolore, la loro speranza e la loro ricerca di significato. La loro partecipazione al concorso non solo arricchisce la sua portata e il suo impatto, ma offre anche una preziosa opportunità di riflessione per tutti noi.
“In un mondo che spesso si concentra sulle divisioni e sulle differenze, Il Parnaso – Premio Angelo La Vecchia rappresenta un ponte verso l’unità e la comprensione. Ogni poesia inviata, sia essa proveniente da un poeta affermato, sconosciuto o da un detenuto, è un riflesso della ricchezza e della diversità dell’esperienza umana.” afferma il prof. La Vecchia che aggiunge: “Abbiamo anche una sezione dedicata agli alunni del primo ciclo di istruzione e anche in questa sezione abbiamo ricevuto poesie da 12 nazioni sparse nel mondo. Da queste poesie e da questi ragazzi la speranza per un futuro incentrato sulla bellezza umana che passa nell’arte e nella poesia in particolare”.
Il successo di questa nona edizione del premio, ci fa riflettere sul potere trasformativo della poesia e sulla sua capacità di ispirare speranza, empatia e cambiamento. Che queste poesie continuino a risuonare nelle menti e nei cuori di coloro che le leggono, illuminando il cammino verso un futuro di comprensione e solidarietà universale.