Il gip del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha convalidato l’arresto della giovane coppia di licatesi fermata nella notte del 21 febbraio scorso dalla polizia a bordo di un’auto con 1.2 chili di cocaina. Lui finisce ai domiciliari con il braccialetto elettronico, per lei scatta invece l’obbligo di dimora nel comune di Licata. I due ragazzi – 28 anni e 25 anni – sono accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le posizioni – nonostante versioni fornite non del tutto lineari – sono state ritenute giudicate diverse. La condotta più grave è certamente quella contestata a G. F. B., il ragazzo, probabilmente al fine di eludere le possibili investigazioni, avrebbe coinvolto la fidanzata nel viaggio verso Reggio Calabria per ritirare il panetto di cocaina e portarlo a Licata. L’indagato, durante l’interrogatorio, ha dichiarato di averlo fatto su commissione, incaricato da una persona che non saprebbe riconoscere. Una ricostruzione che non ha convinto il gip anche per l’ingente quantitativo traportato: “L’indagato risulta essere soggetto inserito in una più ampia rete criminale dedita a commettere delitti in materia di stupefacenti stante che ha dimostrato in concreto di poter gestire con propri mezzi ed in autonomia addirittura anche solo il trasporto di una così rilevante partita di cocaina”. Il ragazzo, che finisce ai domiciliari, è difeso dagli avvocati Alberto Caffarello e Vincenzo Alesci. La ragazza, invece, è rappresentata dagli avvocati Salvatore Manganello e Alberto Caffarello.
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