Emergono ancora ulteriori particolari relativi alla rivolta scoppiata nel carcere di Agrigento nella serata di martedì. I protagonisti della plateale protesta sono stati detenuti catanesi e siracusani che, armati di bastoni, olio e acqua calda, hanno minacciato chiunque tentasse di avvicinarsi. Per nove di loro è scattato un nuovo arresto con le accuse di sequestro di persona, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Tutti sono stati posti in isolamento in attesa del processo per direttissima e di un successivo trasferimento in altra struttura penitenziaria. I detenuti, secondo quanto ricostruito, avrebbero pianificato la rivolta già da alcuni giorni. Si sono prima “armati” di bastoni ricavati da tavoli e dal biliardino. Successivamente hanno sbarrato gli ingressi di un’ala del carcere utilizzando frigoriferi e altri arredi. Poi la rivolta. Tempestivo e risolutivo l’intervento delle forze dell’ordine che, dopo aver tentato una mediazione, hanno fatto irruzione e hanno sedato le proteste. I motivi della rivolta sarebbero da ricercare in alcuni rivendicazioni mosse dai detenuti: il funzionamento dei riscaldamenti, il cibo, l’ora d’aria e il trasferimento in altre case circondariali.