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Consulta di Aica: Servizio idrico, disservizi in aumento, possibile ri-privatizzazione 

Consulta di AICA, Presidente Alvise Gangarossa, scrive:

A Sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento dott. Filippo Romano 

e p.c. al Presidente di ATI dott. Domenico Gueli 

al presidente dell’Assemblea dei Soci dott. Alfonso Provvidenza 

Al Consiglio di amministrazione di AICA

Oggetto: disservizi in aumento, possibili squilibri dell’ordine pubblico, possibile futura ri- privatizzazione

La Consulta delle Associazioni di AICA esprime profondo rammarico per i disservizi che l’utenza sta subendo. Le continue rotture, gli allungamenti dei turni di erogazione arrivati a 10/12 giorni, l’insufficiente e oneroso ricorso alle autobotti private per compensare le sacrosante richieste dei cittadini, le perdite idriche trascurate per molti mesi e mai adeguatamente riparate, con tutto ciò che comporta in termini di danni all’ambiente, alle strade, alle abitazioni e all’economia dell’azienda e dei cittadini, i disagi legati alla depurazione. Questo quadro desolante è, per ciò che ci riguarda, solo la punta di un iceberg molto più grande e ancora per certi versi sommerso. Oggi, a causa dei disservizi che l’utenza è costretta a subire, i cittadini stanno iniziando a puntare il dito verso le responsabilità politiche dei sindaci, proprietari e detentori del servizio pubblico. E lo faranno sempre più frequentemente e perentoriamente se non vedranno quel reale miglioramento del servizio che aspettano da troppi mesi. AICA è una azienda di servizi è come le aziende di servizi deve essere governata. In mancanza di ciò si producono i ” disastri” che stiamo vivendo e i Sindaci non avranno alibi. Resta da chiedersi se ne siano realmente consapevoli e se vogliano perciò comportarsi di conseguenza.

Da quello che è emerso dall’ultima assemblea, nella quale si è approvato il bilancio 2022 con un ritardo di quasi un anno, non sembra ancora manifestarsi la consapevolezza di cui sopra, ma ciò che è più grave è che se non si interviene urgentemente con correzioni strutturali, il servizio non potrà far altro che peggiorare e il rapporto con l’utenza non potrà far altro che inasprirsi. Alla Prefettura abbiamo anticipato che si sarebbe arrivati a questo punto e che le cose sarebbero ancora peggiorate fino a provocare possibili squilibri dell’ordine pubblico.

A fronte di questa inquietante prospettiva i Sindaci in assemblea giustificano il loro ritardo nell’approvazione del bilancio con una non meglio precisata “maturazione dei tempi politici” che ha comportato un ritardo pagato a caro prezzo da AICA e dai cittadini. Il cosiddetto “primato della politica” di cui si vanno vantando applicato al servizio idrico non essere più mal riposto.

Si persevera nel richiamare la necessità di completare l’erogazione del prestito regionale, o anticipazione straordinaria, quando esso NON E’ UNA MISURA STRUTTURALE e costituisce quindi un pericoloso strumento di distrazione rispetto a tutte quelle misure necessarie delle quali

non si fa nemmeno menzione. Se domani tutti i Comuni erogassero ad AICA la restante metà dei fondi in questione, questi, non essendo vincolati ad investimenti o a progetti, verrebbero usati per le spese correnti, esattamente come è stata usata la prima metà, e in pochi mesi AICA si ritroverà daccapo a dover restituire o compensare ai Comuni 10 milioni invece che 5, senza poterlo materialmente fare.

Giusto il richiamo ai Sindaci che non pagano le utenze comunali, (nel 2022 si registra un ammanco di 2 milioni di Euro di utenze comunali non pagate), ma non possiamo non stigmatizzare la provocazione politica del Presidente Provvidenza nei confronti dei Sindaci che “se non vogliono stare in AICA possono anche lasciare”.

NON SI SCAMBI UNA PROVOCAZIONE POLITICA PER UNA POSSIBILITA’ REALMENTE PERCORRIBILE. Va ribadito con ogni mezzo che la normativa NON CONSENTE AI COMUNI LA FACOLTA’ DI RINUNCIARE ALLA GESTIONE DEL SII DA PARTE DI AICA, QUESTO COMPORTEREBBE LA VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI UNICITA’ D’AMBITO. È PROPRIO IN RIFERIMENTO ALL’UNICITA’ D’AMBITO SI INQUADRANO LE NOSTRE SOLLECITAZIONI ALLA CESSIONE DELLE RETI DEI COMUNI ANCORA INADEMPIENTI e la verifica dei requisiti di salvaguardia da parte di ATI per i Comuni della montagna. L’Ente di Governo d’Ambito dovrebbe svolgere un ruolo maggiormente attivo, rigoroso e tempestivo riguardo al processo di aggregazione in AICA delle gestioni preesistenti, nonché nella consegna immediata ad AICA delle reti e degli impianti dei Comuni inadempienti e di Voltano e Tre Sorgenti.

Ciò che andrebbe invece ribadito e preteso da tutta la politica è stato oggetto di discussione negli incontri avuti in Prefettura, ma mentre monta la protesta per un servizio caro e largamente inadeguato, NON SI DISCUTE DI COME ACCELERARE L’APPLICAZIONE DI QUELLE MISURE CORRETTIVE, APPROVATE 6 MESI FA DAL CDA, DELLE QUALI NON SI HA NOTIZIA.

Tutte le iniziative della Consulta sono unicamente rivolte alla tutela degli interessi di Aica, in quanto espressione della gestione pubblica, unica ed integrata dell’acqua.

In proposito non risulta ancora che le Autorità preposte abbiano doverosamente intrapreso con la Regione Siciliana le opportune iniziative per la rimozione di quei fattori che minano il già impegnativo equilibrio economico-finanziario del Gestore Pubblico, anche in riferimento al rapporto con SICILIACQUE e non scandalizzi se la Consulta doverosamente si trova costretta a pronunciarsi in tal senso.

A questo punto risulta imprescindibile che tutte le energie e i poteri che il nostro territorio può esprimere, siano rivolti verso l’obiettivo primario di correggere con urgenza tutte quelle storture che stanno soffocando AICA e con essa l’utenza, O PREPARIAMOCI A FUTURI DISORDINI E NUOVE RI-PRIVATIZZAZIONI.

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