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Partorito, abbandonato in una busta della spesa: Dopo 3 anni viene tolto alla famiglia che lo ha cresciuto e amato. Petizione online

Sono oltre 21mila le firme raccolte dalla petizione online sul portale Change.org “Lasciate Miele con la sua mamma e il suo papà”, questo il link

https://www.change.org/p/lasciate-miele-con-la-sua-mamma-e-il-suo-pap%C3%A0

lanciata dai genitori che da tre anni hanno in affido un neonato che era stato abbandonato nel novembre del 2020 a Ragusa.

L’iniziativa fa seguito a un provvedimento del Tribunale di Catania dopo un intervento della Corte di Cassazione che dispone il ritorno del piccolo alla madre naturale entro il prossimo 28 dicembre. I genitori affidatari avevano fatto richiesta di adozione.

A trovare il neonato fu il padre naturale che finse di essersi casualmente ritrovato il piccolo davanti il suo esercizio commerciale. Il bambino era nato da una relazione extraconiugale con una donna che aveva già altri due figli, compresa una ragazzina di cui è lui il padre. L’uomo, col rito abbreviato, è stato condannato a due anni reclusione per abbandono di minorenni.

Con la stessa accusa è a processo, con udienza a febbraio del 2024, davanti al Tribunale di Ragusa, la madre che adesso chiede di potere riavere suo figlio. La donna ha sostenuto di non volere abbandonare il piccolo, ma di averlo affidato al padre naturale per portarlo in un ospedale. La famiglia affidataria è assistita dall’avvocata specializzata in diritto di famiglia e dei minori del Foro di Catania, Janeth Consalvo che afferma come «in questa situazione non ha vinto nessuno, è fallito innanzi tutto il tempo della giustizia» sottolineando che «sono trascorsi tre anni, trai più importanti nella vita di un bambino quelli in cui, come i maggiori studi pedagogici insegnano, si stimolano le potenzialità che determinano lo sviluppo del bambino, il linguaggio, il movimento, il pensiero».

Nella petizione i genitori si sono appellati anche alla Commissione Onu per i diritti del fanciullo, «per la vera applicazione della legge, la 184/1983, che, stante l’affido pre adottivo, non prevede il riconoscimento tardivo da parte della famiglia biologica né la revoca dello stato di adottabilità del bambino».

Ecco cosa scrivono i genitori nella petizione: 

Siamo la mamma e il papà di un bimbo accolto tra le nostre braccia 3 anni fa grazie all’Adozione nazionale, proprio nella Giornata internazionale dei diritti dei bambini. Per questioni di privacy lo chiameremo qui con il soprannome che gli abbiamo sempre dato, cioè Miele.

Miele aveva solo 16 giorni di vita quando lo abbiamo preso in braccio la prima volta, una tutina calda e un ciuccio molto grande; noi gli occhi pieni di stupore e il cuore che scoppiava di felicità. Sembrava l’inizio di una meravigliosa storia d’amore, ma presto si è tramutato nel peggiore degli incubi. Per un decreto che abbiamo appena ricevuto Miele verrà tolto dalla nostra famiglia e “collocato” dalla madre biologica che non ha mai visto, né incontrato. Vi raccontiamo perché.

Alla nascita, il piccolo è stato partorito in condizioni irriferibili di estremo pericolo. Subito dopo il parto è stato messo dalla madre biologica in una busta per la spesa, con il cordone ombelicale non clampato, e consegnato al padre biologico che, dopo averlo abbandonato per due lunghe ore in strada, ha inscenato il ritrovamento fino all’arrivo della polizia e dell’ambulanza. Miele è arrivato in ospedale in grave ipotermia e ipoglicemia ed ha lottato per la vita, riuscendo alla fine a sopravvivere.

Dopo 16 giorni dalla sua nascita, il Tribunale per i minorenni di Catania lo ha affidato a noi, da tempo in lista d’attesa per l’Adozione, dichiarandone – in assenza di segnali di interesse e riconoscimento da parte di nessuno – prima l’adottabilità e poi dopo due mesi l’affidamento pre adottivo, che tutela e avvia la nascita di un nuovo nucleo familiare. Se è in atto l’affido pre adottivo, infatti, non può più avvenire un riconoscimento tardivo da parte della famiglia biologica (articolo 11 L. 184/83), e non si può nemmeno chiedere la revoca dello stato di adottabilità del bambino (articolo 21 L. 184/83). Pensiamo quindi di poter dare a Miele un nuovo futuro, ma invece, per una catena di assurdi errori giudiziari, la corte d’appello di Catania revoca lo stato di adottabilità.

Increduli e sconvolti davanti a questa violazione di legge, oggi – dopo 3 anni di vita con la sua mamma e il suo papà – Miele rischia di essere “riconsegnato” alla donna che lo ha partorito e che è ancora sotto processo penale per concorso in abbandono di minore.

Il decreto prevede come data di “rientro” il 28/12/23 e scrive nero su bianco che sono autorizzati i servizi sociali ad avvalersi persino delle Forza dell’ordine per il ritiro coatto del piccolo da casa nostra, nel “pieno interesse del minore”.

Ora immaginate un bambino – che ha già subito un rifiuto in grembo e un abbandono cruento alla nascita – essere costretto a lasciare, dall’oggi al domani, tutte le sue certezze, il suo mondo, le braccia sicure e il calore di mamma  papà, gli unici affetti che abbia conosciuto, per essere inserito forzatamente in un contesto in cui tutto è estraneo compresa la persona che dovrebbe iniziare a chiamare “mamma”… Immaginate per un attimo il dolore nel cuore di un bambino così piccolo, il senso di smarrimento, la disperazione nel cercare i genitori e non trovarli più.

Non c’è nulla in questa storia che sia nel miglior interesse del bambino.

Ci appelliamo quindi a Voi, allo spirito di umanità e protezione che governa anche la Commissione ONU per i Diritti del fanciullo. Non vogliamo permettere che il nostro bimbo sia costretto a subire un secondo abbandono, che provocherebbe un trauma indelebile ed irreparabile. Lui conosce una sola mamma e un solo papà da sempre: noi, che lo amiamo incondizionatamente così come lui ama follemente noi.

Aiutateci a firmare questa petizione. Aiutateci a far rispettare la legge che avrebbe dovuto proteggerci.

La Mamma e Papà di Miele.

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