Arte e storia greca applicata alla primaria dell’S.G. Bosco di Campobello di Licata
UN INTERESSANTE LABORATORIO REALIZZATO AL PLESSO PACOLI DELL’ISTITUTO DIRETTO DALLA D.S. ALESSIA GUCCIONE
La conoscenza delle radici dell’umanità è certamente la base essenziale per una consapevole esistenza. La storia è una delle materie “portanti” sulla quale inserire e intrecciare tutto ciò che l’uomo ha realizzato e in termini di progresso tecnologico e in crescita sociale. Spesso però lo studio della storia, inserita nelle varie discipline, viene trascurata o viene presentata come un a serie di nozioni da imparare che rendono certamente arido l’apprendimento.
Le strategie didattiche giocano un ruolo importante soprattutto quando ci si rivolge a bambini della scuola primaria. “E’ proprio in questa età che si forma una coscienza storica -dice la Dirigente Scolastica prof.ssa Alessia Guccione- e i bambini si entusiasmano quando il racconto diventa storia e quando la storia prende forma…”.
Ecco allora che i vasi greci diventano una scoperta per “vedere” immagini di vita passata e i bambini fanno rivivere tali disegni in una produzione “guidata” dalle insegnanti.
L’ins. Maria Rita Bonetta è molto felice del risultato ottenuto: “Ritengo sia molto importante abbinare un’attività pratica e creativa al tradizionale apprendimento della Storia. -ed aggiunge- Ed è così che dopo lo studio della civiltà greca, con la collaborazione della docente di Arte , Angelita Tornambè, e delle docenti di sostegno, nasce l’idea del laboratorio storico- grafico- pittorico, attraverso il quale i nostri alunni si sono cimentati nella realizzazione di piatti e vasi greci.”
L’attività ha impegnato proprio tutti i bambini che dopo avere osservato immagini e storie della civiltà greca si sono soffermati sui vasi e sui piatti scoprendo da sé stessi la storia che i manufatti sanno raccontare. “L’attività di produzione diretta dei disegni e dei manufatti greci è stata entusiasmante e ogni bambino ha espresso le proprie potenzialità creative” conclude l’ins. Maria Rita Bonetta.
Calogero La Vecchia