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L’ex giudice Saguto, arrestata in clinica. In carcere anche il marito

L’ex magistrato Silvana Saguto, condannata ieri per corruzione con sentenza definitiva, è stata prelevata dalla Finanza alla clinica Margherita di Palermo dove era ricoverata per problemi di salute da 20 giorni.

Sarà condotta nel carcere Pagliarelli dopo che saranno compiute le formalità di rito. Il marito Lorenzo Caramma, pure condannato, sarà portato nel carcere palermitano del Pagliarelli. Nel carcere di Rebibbia si è costituito il professore Carmelo Provenzano mentre l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara si è costituito nel carcere di Bollate. Entrambi sono stati ritenuti colpevoli di corruzione. 

La decisione cha ha portato all’arresto della Saguto arriva all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha sostanzialmente confermato la decisione della Corte di appello di Caltanissetta, soprattutto per quanto riguarda i reati più gravi di corruzione e di concussione, dichiarando alcune prescrizioni per reati minori e procedendo ad alcuni annullamenti. Per effetto di questa sentenza la responsabilità di quasi tutti gli imputati principali è accertata in via definitiva e il rinvio alla Corte di appello è funzionale a rivedere alcune posizioni e a rideterminare le pene. La Sesta sezione penale si è pronunciata nell’ambito del procedimento che vede imputati, per numerosi reati contro la pubblica amministrazione, la ex presidente della sezione delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo e numerosi professionisti incaricati della gestione e amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alle associazioni mafiose.

La magistrata palermitana, nel frattempo radiata, finì al centro di una indagine sulla cattiva gestione della sezione misure di prevenzione di cui per anni era stata presidente, passando da icona antimafia a presunta collettrice di mazzette. In sintesi i pm di Caltanissetta, che l’accusavano di corruzione, falso, peculato e tentata concussione, le imputavano di aver favorito nell’assegnazione degli incarichi di amministratore giudiziario dei patrimoni confiscati ai mafiosi professionisti a lei graditi. Tutti finiti sotto processo. In appello Saguto ebbe otto anni e 10 mesi. E invece, dopo una lunga camera di consiglio, la Suprema corte ha annullato senza rinvio il verdetto in diverse parti (quelle relative alle contestazioni di falso, peculato e tentata concussione), ha disposto un nuovo processo di secondo grado per valutare alcune delle imputazioni e ha confermato le pene inflitte alla Saguto per due episodi di corruzione. 

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