Di Danila Bonsangue.
Correre per dare voce, correre per sentirsi liberi, correre per celebrare la vita e la salute, per sfidare tutte le barriere, correre per stare insieme! Grazie all’Asd Marathon Team di Canicattì che domenica 17 settembre, nell’ambito del 2°Trofeo dell’uva Italia-Antonio Sgammeglia, ha organizzato anche una 4 Km non competitiva aperta a tutti, oggi possiamo raccontare la testimonianza di Christiane affetta da Fibromialgia:
Ho partecipato al Secondo Trofeo UVA Italia a Canicattì, una gara di 4 km in onore di Antonio Sgammeglia. Ma questa non è solo la storia di una corsa; è la storia di una decisione audace, di resilienza e di dare voce a una causa importante: la Fibromialgia.
Avevo iniziato ad allenarmi più di un mese prima della gara, nonostante i dolori persistenti. La mia scelta di dedicarmi alla corsa non è stata motivata da ambizioni agonistiche, ma piuttosto dalla voglia di celebrare la vita e la salute. Nonostante i dolori, ho continuato a perseverare. Ho deciso di non essere invisibile, di fare qualcosa di straordinario.
Il giorno della gara è arrivato, e con esso un misto di emozione e ansia. Stavo per mettermi alla prova, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. La partenza è stata un mix di eccitazione e tensione, mentre mi univo a molti altri partecipanti :raggiungere il traguardo.
Durante la corsa, ho sentito il battito del mio cuore, la fatica nelle gambe e il vento sulla pelle. Ma ho continuato a spingermi avanti, a mettere un piede davanti all’altro. Era una lotta contro me stessa, una dimostrazione di forza interiore.
E poi, quel momento magico è arrivato. Ho attraversato il traguardo della gara di 4 km, circondata da altri corridori che avevano condiviso questa esperienza con me. Era una vittoria personale, un momento di orgoglio e soddisfazione. Avevo dimostrato a me stessa che potevo farcela, nonostante tutti i dubbi e i dolori.
Ma questa corsa non era solo per me. L’ho dedicata a una associazione importante: AISF ODV, alla mia famiglia ed al mio caro amico sostenitore Davide.
Volevo rendere omaggio a coloro che non sono più invisibili, coloro che lottano contro malattie e sfide ogni giorno. Volevo far sentire la mia voce per loro.
Questa esperienza mi ha insegnato che la corsa va oltre la competizione. È un modo per celebrare la vita, per superare i limiti e per dare voce alle cause che ci stanno a cuore. Non siamo più invisibili quando ci uniamo per una causa, quando mettiamo un passo davanti all’altro, quando correre diventa un’azione di solidarietà.
Quindi, mentre guardo indietro a quella gara di 4 km a Canicattì so che è stata molto più di una semplice corsa. È stata un’esperienza che ha cambiato la mia prospettiva sulla vita, sull’impegno e sull’importanza di dare voce alle persone e alle cause che meritano di essere ascoltate. Siamo vivi, siamo forti e non saremo mai più invisibili.
Con affetto
Christiane