La Procura della Repubblica di Agrigento (il procuratore aggiunto Salvatore Vella e i sostituti Paola Vetro e Sara Varazi) ha appellato la sentenza pronunciata lo scorso 18 luglio dal Giudice per l’udienza preliminare Micaela Raimondo, riguardante il processo “Waterloo” originato da una mega inchiesta su Girgenti Acque, la società che per anni si è occupata del servizio idrico in provincia di Agrigento, che ipotizzava un’associazione per delinquere finalizzata a favorire l’imprenditore Marco Campione, in cambio di assunzioni, benefici e prebende. Il processo che ha avuto imputati eccellenti quasi tutti prosciolti non si ferma, dunque, al primo grado di giudizio ed anzi, viene rilanciato avanti i giudici della Corte d’appello di Palermo dato che proprio gli imputati eccellenti che sembravano usciti dal procedimento tornano a sedere sul banco degli imputati e difendersi nuovamente. Sarà così per l’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, accusato di aver “salvato” l’imprenditore Marco Campione da una interdittiva antimafia (in primo grado era stato assolto da ogni accusa). E sarà così anche per l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè e per l’ex parlamentare Francesco Scoma (entrambi accusati di finanziamento illecito ai partiti) nonché per l’ex presidente della Provincia regionale di Agrigento Eugenio D’Orsi, assolto in primo grado per intervenuta prescrizione. Torneranno imputati anche Giuseppe Giuffrida e Francesco Paolo Lupo. Appello è stato proposto anche per numerosi imputati mandati a processo per gravi reati ma assolti da una ulteriore serie di capi di imputazione, vale a dire Marco Campione, Claudio Lusa, Calogero Patti, Giandomenico Ponzo, Calogero Sala, Francesco Barrovecchio, Salvatore Vita. Giuseppe Giuffrida e Francesco Paolo Lupo.
Per tutti gli altri imputati (in origine erano 47 e la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per 35 e 15 proscioglimenti) la sentenza del Gup, Michela Raimondo è diventata definitiva. Lo stesso Gup Raimondo aveva già rinviato a giudizio Marco Campione e gli ex componenti del consiglio di amministrazione con l’accusa più grave di associazione a delinquere finalizzata ai reati contro la pubblica amministrazione, vale a dire Pietro Arnone, Silvio Apostoli, Bernardo Barone, Francesco Barrovecchio, Piero Angelo Cutaia, Igino Della Volpe, Diego Galluzzo, nonché Giuseppe Giuffrida, Salvatore Fanara, Ignazio La Porta, Claudio Lusa, Giuseppe Milano, Giovanni Nicolosi, Calogero Patti, Giandomenico Ponzo, Calogero Sala, Pietro e Carlo Sorci, Maria Terrana e Giorgio Vetro, Roberto Violante e Salvatore Vita.