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Porto Empedocle, migranti al Palasport: rientrata la protesta dei Commercianti.

La protesta del barista, e dei dipendenti del locale di via Platone a Porto Empedocle, è rientrata: tutti si sono sciolti dalle catene e l’attività commerciale ha riaperto i battenti. La Polizia ha convinto tutti a desistere garantendo loro che i migranti verranno fatti entrare nel Palasport dalla porta sul retro e che dunque nessuno dei gruppi che lascerà l’area del porto, adibita dalla pre-identificazione, transiterà da davanti il locale. E’ in corso adesso la definizione dell’elenco dei 230, sugli attuali 1.150 migranti sistemati sotto i gazebo e la tensostruttura, che verranno a breve trasferiti. Poi verranno fatti dei gruppi, dando priorità a donne e bambini, che verranno fatti sistemare, per non trascorrere una nuova notte all’addiaccio, all’interno del Palasport. “Stiamo provvedendo all’affidamento dei lavori per realizzare un hotspot in contrada Caos, nell’ultimo pezzettino di area portuale Empedoclina. L’hotspot assicurerà un servizio d’accoglienza dignitoso e sarà fatto in un punto vicino alle vie di fuga e lontano da ogni abitazione e insediamento di qualsiasi tipo. In attesa però, il problema c’è: abbiamo l’area sbarchi piena di persone, oggi siamo arrivati a 1.150 persone. In questa area di pre-identificazione ci sono soltanto alcune tende che possono dare ricovero a qualche centinaio di persone. Abbiamo avuto quindi centinaia e centinaia di persone, fra cui molti bambini, che sono state per ore ed ore sotto il sole e di notte all’addiaccio, ecco perché è stata trovata la soluzione temporanea, pochi giorni appena, del Palasport”. Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, mentre sta effettuando un nuovo sopralluogo fra l’area della tensostruttura del porto Empedoclino e il vecchio Palasport. “La struttura sportiva, inagibile per usi sportivi, è vicina all’area sbarchi e può essere raggiunta a piedi dai migranti, ovviamente avverrà tutto sotto la stretta sorveglianza delle forze di polizia – ha spiegato Romano – che presidieranno il Palasport impedendo uscite e ingressi. Non è un carcere, ma deve essere un ricovero per il tempo strettamente necessario affinché vengano fatti salire sui pullman che li trasferiranno nelle varie strutture d’accoglienza, individuate dal ministero dell’Interno, del Paese”. Entro questa sera, la Prefettura affiderà gli interventi per la realizzazione dell’hotspot di contrada Caos a Porto Empedocle. Struttura, come quella che sorge in contrada Imbriacola a Lampedusa, che sarà pronta fra tre mesi. “Verranno collocati dei moduli abitativi che potranno ospitare 200, 250 persone. E in queste strutture verranno effettuate le procedure di fotosegnalamento, rilievo delle impronte digitali e dunque identificazione – ha detto il prefetto -. Accanto, a circa 150 metri, quindi i migranti potranno raggiungere l’area di pre-identificazione a piedi, verranno collocate delle tende e sarà il posto dove potranno essere accolti, e assistiti dalla Croce Rossa italiana, i migranti che verranno fatti sbarcare a Porto Empedocle”.

Ecco cosa è accaduto: 

Un barista si è incatenato davanti l’ingresso del Palasport di Porto Empedocle (Agrigento), dove avrebbero dovuto essere trasferiti i migranti che sono ammassati nell’area del porto per le pre-identificazioni, e impedisce la sistemazione temporanea di diversi gruppi di persone, fra cui donne e bambini. Persone che, durante la notte, sono rimaste, visto che le temperature si sono abbassate, all’addiaccio sotto i gazebo sistemati nella parte terminale del porto. Ad individuare il Palasport, dichiarato inagibile per uso sportivo, per dare sistemazione temporanea ai migranti che arrivano o vengono trasferiti a Porto Empedocle, ieri, era stata la Prefettura di Agrigento. Si tratta di una soluzione provvisoria perché l’ex struttura sportiva, concessa dal Comune alla Prefettura, entro una settimana verrà liberata. Entro una settimana infatti verranno montate le tre tensostrutture – concesse dai vigili del fuoco e soccorso pubblico e dalla Protezione civile regionale – e quindi l’area di ricovero, per l’attesa dei pullman che si occupano dei trasferimenti, verrà creata solo all’interno dell’area portuale.

 «L’ho fatto per difendere i miei dipendenti»

«Mi sono incatenato per proteggere i miei dipendenti che mi danno da vivere. Il Palasport è inagibile da 10 anni e questa notte è diventato agibile. Noi, da questa sera, manderemo i nostri dipendenti a chiedere l’elemosina». Lo ha detto Alfonso Crapanzano, il titolare del bar. «Manderò tutti, col piattino, in piazza Italia. Ho già dato ordine al mio consulente di chiudere l’attività e noi andremo a fare altro – ha aggiunto Crapanzano – . Mi dispiace solo per i miei dipendenti che non so se oggi troveranno un altro lavoro. Non siamo contro i migranti, ma ci sono altre soluzioni, c’è un capannone agibile qua vicino. Li dobbiamo aiutare, ma prima di tutto io devo aiutare i miei lavoratori».

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