Il tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta della difesa, ha disposto la scarcerazione dei tre indagati coinvolti in un’inchiesta che ipotizza un giro di furti con il metodo estorsivo del cavallo di ritorno a Sambuca di Sicilia. Lasciano gli arresti domiciliari Francesco Sabella, 25 anni di Sambuca, e due palermitani: Giuseppe Di Franco, 19 anni, e Maurizio Sammarco, 20 anni. Per tutti e tre è stato disposto l’obbligo di dimora. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Calogero Santangelo, Teresa Re e Filippo Gallina.
L’attività investigativa è scaturita dall’analisi di due denunce presentate tra il gennaio e il febbraio di quest’anno presso la Stazione Carabinieri di Sambuca di Sicilia, relative al furto di tre motocicli trafugati dai garage di due abitazioni di quel centro. L’esame delle dinamiche dei furti, comparate con i filmati di alcune telecamere comunali ivi installate, consentiva di individuare dei veicoli e un gruppo di persone che, seguendo un consolidato cliché, riuscivano a colpire indisturbati. Infatti, la banda, tramite un basista di Sambuca di Sicilia, individuava gli obiettivi da colpire e, sulla base delle indicazioni ricevute, agiva portando a segno i colpi. Successivamente, entrava in scena lo stesso basista, che fungeva da “canale di comunicazione” tra le vittime e gli autori dei furti, offrendosi come mediatore per far riottenere alle vittime stesse, dietro pagamento, i motocicli loro sottratti, di fatto utilizzando il metodo estorsivo meglio noto come “cavallo di ritorno”. E’ stato solo in questo modo che una delle vittime, pagando 4.500 euro, riusciva a rientrare in possesso di uno dei due motocicli rubati. Le diverse perquisizioni nei domicili degli indagati, eseguite nella seconda fase delle indagini su delega della Procura della Repubblica di Sciacca, portavano al ritrovamento di una moto da cross Fantic xe 125 cc e di un motore di un motociclo piaggio Liberty 150 cc risultati rubati a Palermo nell’estate dello scorso anno e che sono stati restituiti ai proprietari.