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Canicattì. Comitato Pro-Ospedale si rivolge al Prefetto: Chiusa la Chirurgia, cittadini calpestati 

IL COMITATO PRO-OSPEDALE BARONE LOMBARDO di CANICATTÌ, esprime il risentimento per l’ennesima offesa che subisce la Città di Canicattì e le Città del comprensorio del Distretto Socio-Sanitario D3, private del reparto di chirurgia e di altri reparti già detti e con reparti precari: 

Maltrattare i Cittadini e privarli dei sacrosanti diritti alla tutela sanitaria, visto quanto accade, è illegale, illegittimo ed inammissibile, non risponde ad alcun dettato, norma, decreto, atto. 

-Si tratta di mettere a repentaglio la salute dei cittadini, mancati interventi chirurgici, non svolgere alcuna prevenzione medica, ritardi che potrebbero causare la morte dei pazienti o danni indelebili.

-Fra l’altro risulta notevolmente carente anche il Dea Ospedale di Agrigento. 

-Riteniamo che la conduzione dell’ASP non sia in linea con quanto riportato e prefissato nei Decreti Regionali, Nazionali ed  Atti Aziendali, che prevedono perfettamente funzionanti il reparto di chirurgia e gli altri reparti (cosa che non è)

-E’ riprovevole il comportamento dei SINDACI dei Comuni delle Città di Canicattì, Ravanusa, Campobello di Licata, Camastra, Naro, Castrofilippo, Grotte, Racalmuto, che non hanno mostrato alcun interesse ed attività concreta, nel passato e negli ultimi mesi, nonostante le nostre comunicazioni e sollecitazioni inviate anche con posta elettronica certificata (Pec) ed omettendo ad oggi di produrci gli atti a loro richiesti; quindi sono tali da ritenerli pienamente corresponsabili del male andamento dell’Ospedale Barone Lombardo, considerati i compiti cui debbono adempiere (più volte espressi) per previsione di legge. 

-Riteniamo pertanto i SINDACI, incapaci nella loro funzione istituzionale a svolgere i loro compiti; non potranno sanare le inadempienze con semplici comunicati (infruttuosi e non sostanziali neanche nella forma), non rispettando i principi che affermano che compete loro elevare documenti con particolari evidenze e trasmetterli alla Giunta Regionale ed all’Assessorato Reg.le alla Sanità; neanche sono stati in grado di relazionarsi in partecipazione con i Cittadini e Associazioni/Comitati, che da anni sollevano le criticità dell’Ospedale. Se avessero il minimo essenziale di puntiglio di senso d’agire, dovrebbero dimettersi; o comunque andrebbero destituiti dalla carica per non aver rappresentato le istanze dei propri cittadini.

-Incapaci e non concreti i Consigli Comunali, che sono venuti meno al giuramento di fedeltà ed a rappresentare e tutelare le ragioni dei cittadini.

-Alle Autorità Competenti in ogni ordine e grado compete adesso intervenire; poiché questa mala gestione non è un caso, ma è stata continua e nel tempo; e per troppo tempo le Autorità non sono intervenute eludendo la gravità. 

-L’ASP di Agrigento riceve pro-capite le stesse erogazioni-entrate delle altre ASP provinciali Siciliane; pertanto è inspiegabile l’enorme carenza dei medici, infermieri, oss, ed apparecchiature biomedicali, in questa provincia rispetto alle altre province siciliane, tali carenze non hanno eguali altrove. 

-Ricorrono altresì gli estremi di interruzione di pubblico servizio. 

Ci rivolgiamo, come già fatto nel passato, a S.E. il Prefetto di Agrigento in qualità di Organo periferico dello Stato Centrale, affinché si affermi la giusta sanità in provincia ed in particolare nella Città di Canicattì, e possa prendere le decisioni a tutela dei Cittadini, delle Comunità, per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza perni fondamentali costituzionali. 

Crediamo nello Stato e nelle Funzioni di Diritto. 

I cittadini sono stati ingiustamente ed illegalmente calpestati.

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Castellano Salvatore, Licari Salvatore, Di Stefano Leonardo, Rampello Salvatore Mario, Cilia Luigi, Avanzato Gioachino, Lombardo Agostino, Guarneri Gioachino, Narbone Pietro, componenti del Comitato Civico Pro Ospedale Barone Lombardo di Canicattì

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