È tornato a casa il sedicenne di Licata ferito alla testa da un proiettile esploso con una pistola ad aria compressa il 6 marzo scorso, dal cugino di 14 anni durante un gioco. Il ragazzo è stato dimesso dall’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dopo circa tre settimane di ricovero.
I medici del reparto di Neurochirurgia lo hanno salvato dopo un delicato intervento chirurgico che ha permesso di estrarre il pezzo di ferro che si era conficcato nel cranio. Nessuna conseguenza importante per il sedicenne, che è rimasto a lungo in prognosi riservata. Il ragazzo poco meno di un mese fa si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso dicendo di essere caduto e di avere riportato una ferita alla testa ma i medici, dopo averlo visitato, avevano scoperto che il 16enne aveva un proiettile di circa 7 millimetri in testa. Pare che durante un momento di goliardia fra coetanei sia saltata fuori la pistola ad aria compressa e che uno dei piombini abbia colpito alla tempia l’adolescente. Gli agenti, coordinati dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella e dal pm Gaspare Bentivegna, avevano interrogato amici e conoscenti del ragazzo ed era emersa la verità: il giovane stava giocando con il cugino quattordicenne quando quest’ultimo ha tirato fuori una pistola ad aria compressa con piombini e, per divertimento, ha iniziato a maneggiarla quando è partito un colpo fortuito che ha ferito il sedicenne alla tempia.
Sul fronte investigativo c’è quindi un indagato. L’inchiesta è passata alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Palermo.