Due indagati restano in carcere, cinque vanno ai domiciliari e ad altri due sono state applicate misure più lievi, e due sono stati scarcerati. Queste le decisioni dei giudici sull’operazione antidroga “Levante” che avrebbe disarticolato un vasto giro di spaccio di cocaina destinata ai consumatori di Lampedusa ed in particolare ai turisti, ma che sarebbe stata smerciata anche a Favara e Catania. I fermi non sono stati convalidati, ma sono state applicate lo stesso delle misure cautelari. Nel blitz dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, scattato all’alba di mercoledì, in un primo momento ha fatto finire in carcere undici persone. Il provvedimento di fermo di indiziato di delitto è stato emesso dal procuratore reggente Salvatore Vella e dal pubblico ministero Giulia Sbocchia.
Il Gip del Tribunale di Catania ha disposto per Francesco Romano, 45 anni e Cristoforo Romano, 23 anni, entrambi residenti a Lampedusa, la misura cautelare in carcere. Il Gip del Tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli ha deciso di non applicare alcuna misura per Domenico De Battista, 30 anni di Lampedusa. L’indagato è stato rimesso completamente in libertà. Analogo provvedimento è stato adottato dal Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo Di Gotto, Antonio Orifici, sulla posizione di Marco Consiglio 42 anni di Palermo residente a Gioiosa Marea in provincia di Messina (difeso dall’avvocato Antonietta Privitera del foro messinese). Dario Giardina, 41 anni, di Agrigento residente a Favara ma di fatto domiciliato a Lampedusa (difeso dall’avvocato Gerlando Vella) e Davide Miotti, 37 anni, residente a Lampedusa (difeso dall’avvocato Salvatore Maurizio Buggea) sono stati posti agli arresti domiciliari. Analoga misura ma con applicazione del braccialetto elettronico per Salvatore De Battista, 47 anni di Lampedusa, Domenico Cucina, 56 anni di Lampedusa, Nicola Cucina, 32 anni di Lampedusa (questi ultimi difesi dall’avvocato Calogero Meli). Scarcerati anche Basilio Riccardo Cardamone, 41 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Salvatore Pennica) e Angelo Scudellari, 40 anni, anch’egli di Lampedusa, per i quali è però scattato l’obbligo di dimora nel centro abitato di Lampedusa e il rientro in casa alle 21. L’inchiesta prende le mosse dall’arresto del sessantenne lampedusano Ignazio Umberto Blandina, arrestato nel luglio dell’anno scorso dai carabinieri perché sorpreso nella sua abitazione, dove si trovava agli arresti domiciliari, con quasi 25 chili di cocaina. Blandina finito in carcere ha deciso di collaborare con gli inquirenti.