Un nuovo decreto legge frena le grandi potenzialità degli incentivi fiscali per la rigenerazione urbana delle nostre città.
Dopo il giro di vite sulla cessione dei crediti, l’introduzione di sanzioni pesantissime per i professionisti in caso di errori nelle asseverazioni e dopo l’obbligo della registrazione video dei lavori per l’uso di piattaforme legate a istituti di credito, con il nuovo decreto legge, arriva anche lo stop su nuove cessioni di credito, sullo “sconto in fattura” e sull’acquisto di crediti da parte di Amministrazioni Pubbliche, come Comuni e Regioni.
“Siamo desolati – afferma il presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento Rino La Mendola – sembra proprio che il legislatore intenda chiudere il rubinetto degli incentivi fiscali, inficiando un percorso virtuoso per promuovere la rigenerazione delle nostre città e il rilancio di un settore fondamentale per l’economia del Paese, come quello dell’edilizia. La politica dimentica spesso la regola dettata dai più quotati studi di economia, secondo i quali l’investimento di un euro di denaro pubblico, ne genera tre, specie nei casi in cui gli investimenti riguardano la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente”.
Le stime positive sugli effetti degli incentivi sono peraltro supportate dai dati forniti dal Censis, secondo cui una percentuale del 70 per cento della spesa del Superbonus viene ripagata dal maggiore gettito fiscale. A questo si aggiungano i dati forniti dall’Ance secondo cui il saldo è addirittura positivo se si considerano non solo il maggiore gettito fiscale a vantaggio dello Stato, ma anche gli effetti prodotti dal Superbonus nell’indotto dell’edilizia. I dati sopra richiamati sono, infine, completati dagli effetti positivi derivanti dall’aumento del valore degli immobili riqualificati e dalla minore spesa, a carico dei cittadini e della pubblica amministrazione, per la riduzione dei costi energetici degli stessi immobili.
“Confidiamo nel legislatore – conclude La Mendola – affinché possa riconquistare una visione chiara delle politiche da adottare per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso il rilancio, senza indugi, di incentivi fiscali come il Superbonus, che dovrebbero assumere una dimensione strutturata nel tempo. Tutto ciò, evitando continue inversioni di marcia e abbandonando i pregiudizi e le tagliole che, nel corso dell’ultimo anno, hanno in parte compromesso un percorso virtuoso per la rigenerazione urbana delle nostre città”.