“Morire mentre si lavora per poter portare a casa un pezzo di pane non è possibile. Catania piange Alessandro 37 anni… non ci sono parole.” Alessandro Viglianisi, 37 anni, è morto venerdì scorso, 29 luglio, mentre era in servizio nel sito della Ecometalli srl, società che si occupa di raccolta e commercio di metalli, nella zona industriale di Catania. Dai primi accertamenti, l’uomo è stato colpito alla testa da un frammento dopo l’esplosione di una bombola, mentre si trovava su una gru. La Procura ha aperto un’inchiesta e il titolare dell’azienda è già stato iscritto nel registro degli indagati, anche se è un atto dovuto. Domani dovrebbe essere disposta l’autopsia sul corpo della vittima.
“Catania piange un’altra vittima sul lavoro. Un’altra vita spezzata sul lavoro che dovrebbe costituire il futuro di ogni persona. Solidarietà, dolore e rabbia non bastano più. Occorre rimettere al centro il tema della sicurezza nei cantieri, nelle fabbriche, negli uffici, anche nelle strutture pubbliche”, afferma Maurizio Attanasio, segretario della Cisl di Catania.
“A magistratura e investigatori ci affidiamo perché facciano luce sull’accaduto rispondendo alla richiesta di verità, di giustizia, dei familiari della vittima – commenta la segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli -. Noi, però, chiediamo anche altro: rivendichiamo prevenzione e controlli, quindi un significativo aumento di organici negli Ispettorati del lavoro che in Sicilia dipendono dalla Regione”.
“Morire mentre si lavora per portare a casa uno stipendio – dice invece il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo – non è tollerabile. La Regione Siciliana non può ignorare ciò che sta accadendo. I controlli nei cantieri e nelle aziende vanno rafforzati realmente e questo sarà possibile solo se e quando sarà assunto nuovo personale”.