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Messina Denaro trasferito al supercarcere dell’Aquila, nel covo pillole per il sesso

Il boss Matteo Messina Denaro e’ detenuto nel carcere dell’Aquila. Lo si apprende da fonti investigative. Massiccio il dispiegamento di forze per assicurare il detenuto lungo il trasferimento dall’aeroporto da Pescara, da dove l’elicottero dei carabinieri e’ atterrato dopo il decollo da quello militare di Palermo, fino al supercarcere dell’Aquila. Il penitenziario abruzzese accoglie oltre 100 detenuti in regime di 41bis. Già poche ore dopo l’arresto la Procura di Palermo ha chiesto l’applicazione del regime di carcere duro per il capomafia di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. L’istanza è stata inviata al ministero della Giustizia. Il provvedimento dei pm porta la firma del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato questa mattina il 41 bis per il boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato ieri a Palermo. Lo rende noto il ministero. Il boss ha nominato come avvocato difensore la nipote, Lorenza Guttadauro. La professionista è figlia del cognato dell’ex latitante e nipote di un altro boss, Giuseppe Guttadauro. La Casa circondariale dell’Aquila è già attrezzata con una cella adibita a infermeria: qui Messina Denaro sarà curato, ma va chiarito che non si tratta di un trattamento particolare. Non ci saranno, insomma, almeno in questa fase, trasferimenti verso l’ospedale San Salvatore del capoluogo. È già stata aperta una cartella clinica del boss e a sovrintendere sull’operazione e sulle procedure anche il Garante abruzzese per i detenuti, Gianmarco Cifaldi, “per garantire il diritto alla salute del detenuto”.


“Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi (In foto). Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso, ma di apprezzabile livello economico”. Lo dice il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino, dopo l’irruzione nel covo del boss di Castelvetrano, in una zona centrale di Campobello di Mazara.

“Accertamenti sono in corso – continua l’ufficiale dell’Arma -. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni”. Al momento non risulta che nell’immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro. Tra quanto rinvenuto e sequestrato nel covo alcune sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, e profilattici. L’abitazione risultava intestata ad Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità al padrino e che ora è indagato.

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