Adriano Vetro, 47 anni, di Favara, incensurato, bidello a Caltanissetta, è stato arrestato per l’omicidio del cardiologo di Favara Gaetano Alaimo, 65 anni. L’uomo è stato rintracciato dai carabinieri della locale Tenenza e da quelli del nucleo Investigativo del comando provinciale di Agrigento nella sua abitazione in campagna dove vive ancora con gli anziani genitori. E si comincia anche a fare luce sulle motivazioni che avrebbero spinto Vetro a questo folle gesto. A quanto pare era molto preoccupato perché rischiava di non aver rinnovata la patente di guida. Soffriva di una malformazione cardiaca e da tempo si era affidato alle cure del dottor Alaimo che, valutate le condizioni di salute generali del suo paziente, aveva pronunciato un fermo no alla possibilità di un intervento chirurgico, come sollecitato proprio da Vetro che in questo modo avrebbe superato l’ostacolo del mancato rinnovo della patente. “Mi sono sentito preso in giro, avevo bisogno di una certificazione per riavere la patente e la pistola l’ho trovata in campagna”, questa la confessione di Adriano Vetro che ha ucciso questo pomeriggio il cardiologo con un colpo di pistola nella sala d’attesa del poliambulatorio di via Bassanesi. L’uomo, a margine dell’interrogatorio condotto dal sostituto procuratore Elenia Manno, ha ammesso i fatti. In serata è stato trasferito nel carcere Petrusa di Agrigento. Mercoledì, invece, è previsto l’interrogatorio di garanzia. A difenderlo è l’avvocato Santo Lucia che ha fatto presente che il suo assistito era in terapia da uno psichiatra da diversi anni indicando anche il nome del professionista. Le ipotesi di reato contestate sono omicidio premeditato e porto abusivo di arma da sparo clandestina.
Questa la ricostruzione dei fatti: Vetro armatosi di tutto punto con una pistola calibro 7,65 risultata rubata alle 15 si è recato al Poliambulatorio di via Bassanesi senza appuntamento. L’uomo, prima ancora che la struttura venisse aperta al pubblico, appena ha scorto il cardiologo ha sparato un colpo che si è conficcato al torace provocandone la morte immediata. Poi, la fuga, è tornato a casa ed ha aspettato. Non si è disfatto nemmeno dell’arma che al momento dell’arrivo dei carabinieri che l’hanno sequestrata, aveva un colpo in canna.