Il Teatro Pirandello di Agrigento saluta “The children” di Lucy Kirkwood che, dopo due repliche di meritatissimo successo, ha chiuso oggi tra gli applausi degli abbonati della domenica. Video intervista con uno dei protagonisti Giovanni Crippa. Nelle foto oltre Crippa anche, Elisabetta Pozzi e Francesca Ciocchetti.
Regia Andrea Chiodi
scene Alessandro Chiti
costumi Ilaria Ariemme
luci Cesare Agoni
musiche Daniele D’Angelo
produzione Centro teatrale Bresciano
La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
In “The children” Elisabetta Pozzi, quattro premi Ubu, un premio della critica e un altro Premio Duse, con una pièce scritta dalla britannica Lucy Kirkwood appena 10 anni fa subito dopo il disastro nucleare di Fukushima.
Con “The children”, ancora un disastroso avvenimento che inizia con toni casalinghi nel tinello di una casa della Gran Bretagna dove vivono Hazel e Robin, una coppia di fisici nucleari in pensione. Vivono un tran-tran sconfortante e rassegnato, il day-after di uno tsunami provocato da un incidente alla centrale nucleare della zona dove un tempo avevano lavorato. A rompere questi brandelli di normalità, dove l’acqua è poco potabile, l’elettricità va e viene e la contaminazione radioattiva è costante, ecco arrivare inaspettatamente Rose, una loro vecchia amica di lavoro che addirittura credevano morta.
Dopo i primi convenevoli e le rimpatriate ecco che i dialoghi si innervosiscono perché Rose vuole riformare una squadra di tecnici che possa riparare i disastri di cui anche loro sono responsabili. Rose pian piano sconvolge la vita di Hazel e Robin e si insinua tra i due coniugi con quel fare sibillino che ricorda il film “Vi presento Joe Black” o quell’altro famoso di Pasolini “Teorema”. Lucy Kirkwood qui gioca le sue carte per rimanere fedele a quanto si era ripromesso e cioè riprodurre il mondo d’oggi per mezzo del teatro. Peccato che alcuni passaggi dei dialoghi non si lascino ben percepire a causa di una emissione audio inadeguata, ma la drammaturga inglese riesce a dotare le parole di una vitalità che rimanda ad un nuovo sistema drammaturgico riconosciuto da recensioni osannanti. E come del resto è avvenuto con i riconoscimenti al nostro Stefano Massini che rimane il capofila di questa nuova drammaturgia. Kirkwood alla fine non offre happy end, né allusivi né dichiarati e dopo avere turbato con Rose il fragile equilibrio familiare dei due coniugi li indirizza a scelte radicali di vita. Quelle scelte radicali per la salvaguardia del pianeta che i nostri governanti non riescono ancora a condividere.