Otto persone sono state indagate dalla procura di Catania che ha chiesto ed ottenuto dal gip diverse misure cautelari per furto, ricettazione, estorsione, detenzione illegale di armi da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti.
Degli otto indagati, quattro sono stati arrestati e rinchiusi in carcere (Roberto Caponnetto di 39 anni, Natale Dario Roberto di 32, Mario e Ignazio Tomaselli di 54 e 27); per altri quattro il gip ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. L’indagine dei carabinieri della compagnia di Gravina di Catania, si e’ allungata dall’agosto del 2019 al mese di gennaio del 2021, durante il quale e’ emerso grave quadro indiziario nei confronti degli appartenenti ad un gruppo criminale, autori di una lunga sequela di reati predatori che nella maggioranza dei casi erano destinati ad alimentare un mercatino dell’usato catanese, meglio noto come “mercatino delle pulci”.
L’inchiesta e’ stata avviata dai militari dell’Arma dopo l’arresto di uno degli indagati per un furto commesso all’interno di un’abitazione di Mascalucia, nonche’ della sua decisione di collaborare con gli investigatori fornendo indicazioni sul suo complice e sul ricettatore della refurtiva, tale Ignazio Tomaselli. Il successivo approfondimento investigativo con il supporto di attivita’ tecniche, videoriprese e attivita’ di osservazione, controllo e pedinamento, ha evidenziato come l’operativita’ del gruppo criminale fosse concentrata soprattutto nei comuni di Catania, San Pietro Clarenza e dell’hinterland etneo in generale. Il provento dei furti sarebbe servito per alimentare una ‘bancarella’ del famoso “mercato delle pulci” di Catania gestita da Mario Tomaselli, padre di Ignazio Giovanni. Gli indagati, per compiacere ma anche per ottenere dosi di sostanza stupefacente, procacciavano specie di volatili protetti ed anche ornamenti comunali, quest’ultimi sottratti alla municipalita’ di San Pietro Clarenza e che stati successivamente utilizzati dagli indagati per abbellire un complesso popolare di Via Adone, nel quartiere di San Giovanni Galermo di Catania. In alcune occasioni, gli obiettivi da depredare sarebbero stati “caldeggiati” al Ignazio Tomaselli Giovanni da uno degli indagati, in quel momento ristretto presso la casa circondariale di Termini Imerese ma, comunque, in possesso illecitamente di un telefono cellulare. Ignazio Tomaselli, seppur ristretto ai domiciliari, sarebbe riuscito con l’ausilio del padre Mario e della moglie (anch’ella indagata ma non raggiunta da misura cautelare) a gestire dalla propria abitazione una fiorente attivita’ di spaccio di cocaina, con un introito medio di circa 300 euro giornalieri, attraverso cessioni effettuate dal proprio balcone. In alcuni casi, a garanzia del debito scaturito dalle cessioni della sostanza stupefacente, Tomaselli avrebbe trattenuto la carta del reddito di cittadinanza o la postepay dell’acquirente da cui, a titolo di penale dovuta al ritardo nei pagamenti, avrebbe prelevato indebitamente somme di denaro. Tra la refurtiva recuperata, vi sono alcune tartarughe di terra, (da qui la denominazione dell’attivita’ “Testuggine”), il rinvenimento di un fucile calibro 12 e un paio di chili di droga tra cocaina e marijuana.