
Nel cuore della notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, l’Italia passerà ufficialmente all’ora legale. Alle 2 del mattino, le lancette degli orologi andranno spostate avanti di un’ora, segnando direttamente le 3. Un piccolo slittamento che comporterà un’ora di sonno in meno ma anche l’inizio di giornate più lunghe e luminose.
Quando cambia l’orario e cosa succede
Il cambio avverrà nella notte del 30 marzo: dormiremo un’ora in meno, ma potremo godere di un’ora di luce in più alla sera. Questo perché le giornate continueranno ad allungarsi con l’arrivo della primaverae, anticipando artificialmente l’orario, si riesce a sfruttare maggiormente la luce solare pomeridiana.
Come sempre, smartphone, tablet e computer aggiorneranno l’orario automaticamente. Gli orologi analogici, invece, dovranno essere regolati manualmente.
L’ora legale resterà in vigore fino all’ultima domenica di ottobre. Il ritorno all’ora solare è previsto a fine ottobre, quando le lancette andranno riportate indietro di un’ora, dalle 3 alle 2.
Perché l’ora legale cambia alle 2 di notte?
L’orario delle 2 del mattino è stato scelto per minimizzare i disagi: si tratta infatti di un momento in cui la maggior parte delle persone dorme e le attività sono ridotte al minimo. Scegliere la mezzanotte, ad esempio, avrebbe potuto creare confusione anche sulla data, rendendo il passaggio più complesso da gestire.
Vantaggi e criticità del cambio d’orario
Se da un lato l’adozione dell’ora legale comporta benefici sul piano energetico e ambientale, dall’altro può avere effetti indesiderati sul benessere psicofisico. Il cambiamento altera temporaneamente il ritmo circadiano, con sintomi che possono includere affaticamento, insonnia, sbalzi d’umore e calo della concentrazione, soprattutto nei giorni immediatamente successivi.
Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale, il passaggio d’orario può influenzare la pressione arteriosa e il battito cardiaco. Alcune ricerche hanno collegato il cambio con un leggero aumento degli infarti nella settimana successiva. In parallelo, un neurologo esperto di disturbi del sonno ha evidenziato che chi ha un ritmo biologico “serotino” (tende a coricarsi e svegliarsi tardi), oltre ad anziani e bambini, risente maggiormente dello sfasamento.
Come affrontare il passaggio dall’ora solare a quella legale
Per ridurre al minimo gli effetti del cambio d’orario, gli esperti consigliano:
- Anticipare l’orario in cui si va a dormire nei giorni che precedono il cambio;
- Esporsi alla luce naturale al mattino, aprendo finestre e tende appena svegli;
- Evitare stimolanti come la caffeina la sera, così come pasti pesanti e uso eccessivo di dispositivi elettronici prima di andare a letto.
Questi semplici accorgimenti possono favorire un adattamento più dolce all’orario estivo. Inoltre, l’esposizione alla luce al risveglio contribuisce ad aumentare la produzione di cortisolo, ormone utile nella regolazione dello stress.
Quando si torna all’ora solare
L’ora solare tornerà tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025. In quell’occasione, le lancette andranno spostate un’ora indietro, permettendoci di recuperare il sonno perso in primavera. Si tornerà così a un orario più in linea con il fuso di riferimento, con albe più luminose ma tramonti anticipati.
Perché adottiamo l’ora legale
Questa convenzione ha radici storiche antiche: già nel Settecento, Benjamin Franklin suggeriva di sfruttare meglio la luce del sole per risparmiare candele. Tuttavia, il primo vero provvedimento risale al 1916, quando diversi Paesi, Italia inclusa, introdussero l’ora legale per ridurre i consumi energetici durante la Prima guerra mondiale.
Un’importante spinta alla proposta moderna venne da George Vernon Hudson, entomologo neozelandese, che nel 1895 teorizzò un doppio spostamento di due ore. Qualche anno più tardi, il britannico William Willett portò avanti l’idea fino a vederla adottata nel Regno Unito.
Oggi, il principio resta lo stesso: sfruttare la luce naturale nelle ore serali per contenere i consumi elettrici legati all’illuminazione. In particolare, nei sette mesi di ora legale si registra una significativa riduzione del fabbisogno energetico nazionale, con un risparmio stimato in centinaia di milioni di kilowattora.
Quanta elettricità si risparmia con l’ora legale?
Durante i mesi di ora legale del 2025, si stima un risparmio energetico di circa 330 milioni di kilowattora, equivalente al fabbisogno annuo di oltre 125.000 famiglie. Il risparmio economico ammonterebbe a circa 100 milioni di euro e verrebbe accompagnato da una riduzione stimata di 160.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
Dal 2004 al 2024, il beneficio complessivo per l’Italia è stato quantificato in oltre 11,7 miliardi di kWh risparmiati, con un valore economico superiore ai 2 miliardi di euro.
Il dibattito sull’abolizione dell’ora legale
Negli ultimi anni si è discusso a lungo, a livello europeo, della possibilità di abolire il cambio stagionale dell’ora. Una consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea nel 2018 ha mostrato un ampio consenso per l’interruzione del doppio orario. Tuttavia, ad oggi, non è stata presa una decisione definitiva e ogni Stato membro resta libero di continuare con l’attuale alternanza o di scegliere un solo orario per tutto l’anno.
Nel frattempo, Paesi del Nord Europa spingono per l’eliminazione dell’ora legale, mentre quelli mediterranei, come l’Italia, ne difendono l’utilità, soprattutto per il maggiore vantaggio in termini di luce e risparmio.
Ora legale, le date da segnare
Se il sistema attuale verrà mantenuto, i prossimi passaggi all’ora legale sono previsti:
- tra il 28 e il 29 marzo 2026
- tra il 27 e il 28 marzo 2027
- tra il 25 e il 26 marzo 2028
Il cambio d’orario tra il 29 e il 30 marzo 2025 segna, come ogni anno, un piccolo scossone nelle nostre abitudini. Un’ora in meno di sonno, ma anche la promessa di serate più luminose, bollette più leggere e un primo assaggio d’estate. In attesa di eventuali cambiamenti a livello europeo, in Italia l’ora legale resta una tradizione ben radicata: un piccolo gesto notturno che incide sulla nostra quotidianità per mesi.