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Video interviste. Quando l’osteoporosi è causa di fratture vertebrali

Spesso misconosciuta nelle fratture vertebrali, l’osteoporosi richiede l’intervento di equipe multidisciplinare composta dal medico di famiglia che per primo visita il paziente, dai professionisti di Radiodiagnostica e, ancora, dai medici ortopedici e dai neurochirurghi fino a ritornare al medico di base per le cure post trattamento ospedaliero. Non a caso, questa mattina, nella sala Geraci dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Agrigento, si è svolto un seminario su “Le fratture vertebrali su base osteoporotica – Attualità nella gestione medica e chirurgica” al quale hanno preso parte specialisti in diversi ambiti. 

Organizzato dal consigliere dell’Ordine, Carmelo Graceffa, con la responsabilità scientifica di Luigi Basile e Giovanni Cinquemani e con la collaborazione dell’Omceo di Caltanissetta, il seminario si è posto l’obiettivo di “favorire – spiega Santo Pitruzzella, presidente Omceo Agrigento – un approccio multidisciplinare che migliori la prognosi e mitighi l’impatto di questa patologia nella popolazione senile. Ecco perché sono presenti i medici di Medicina generale che fanno la prima diagnosi, i radiologi per la conferma della diagnosi, gli ortopedici e i neurochirurghi per il trattamento, i fisiatri per la riabilitazione e la prevenzione. Le fratture vertebrali osteoporotiche costituiscono una delle più insidiose manifestazioni dell’osteoporosi con una incidenza in allarmante crescita correlata all’invecchiamento demografico globale”. 

“Le fratture delle vertebre – afferma Giuseppe Tulumello, primario di Ortopedia e traumatologia al San Giovanni di Dio – sono un campanello d’allarme di una condizione di fragilità ossea capace di determinare fratture da fragilità a carico di anca, spalla, … e spesso interessano i soggetti anziani pluri-patologici nei quali tale condizione ne pregiudica l’autonomia, costringendo il paziente a letto e a una condizione di inabilità”. Oltre all’ambito ortopedico, le fratture vertebrali su base osteoporotica interessano anche la Neurochirurgia e il confronto “con specialisti che guardano globalmente alla malattia  – dichiara Luigi Basile, primario di Neurochirurgia all’ospedale Sant’Elia a Caltanissetta – e dare il nostro supporto con la chirurgia invasiva e mininvasiva, è senza dubbio un momento importante per un rapporto diretto con gli operatori del settore e per dare il messaggio che il paziente può essere curato anche in condizioni apparentemente complesse”. L’osteoporosi interessa una buona fetta della popolazione e “si stima – dice Riccardo Mandracchia, primario di Radiodiagnostica al San Giovanni di Dio – che circa il 20-25 per cento delle donne, dopo i 50 anni, vanno incontro a fratture vertebrali e solo meno di un terzo di queste, esegue un esame diagnostico nel sospetto della patologia che, spesso, ricorre in maniera silente. Nella nostra pratica clinica e diagnostica, infatti, spesso ci troviamo di fronte a fratture vertebrali misconosciute che emergono da esami eseguiti per altri motivi”. In questo contesto, dunque, la “prevenzione – aggiunge Federica Carità, specialista in Medicina fisica e riabilitativa al Sant’Elia –e il recupero funzionale dei pazienti che hanno subito una frattura vertebrale su base osteoporotica rivestono un’importanza fondamentale”.

“Ancora una volta – conclude Giovanni D’Ippolito, presidente di Omceo Caltanissetta – siamo con l’Ordine di Agrigento per discutere di fratture vertebrali su base osteoporotica, tema di grande impatto sociale. Ritengo che la collaborazione tra gli Ordini siciliani, principalmente tra quelli ricadenti nella macroarea centrale siciliana, fa sì che si possa lavorare in sinergia, avvalendosi di un notevole interscambio di professionalità”.

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