Alessia Caruso vince il concorso letterario “Caltanissetta tra sogno e realtà”
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La studentessa del “Galilei” è l’autrice del racconto fantastico “Il Giardino delle farfalle silenziose”
Si è concluso con la vittoria di Alessia Caruso, in arte Lela03, il concorso letterario “Caltanissetta tra sogno e realtà”.
Tra tutti gli elaborati pervenuti entro la data di scadenza, prevista lo scorso venerdì 21 febbraio, a risultare il migliore per originalità, coerenza e stile letterario è stato “Il giardino delle farfalle silenziose” scritto da Alessia Caruso, studentessa della 4R indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale “Galileo Galilei”.
Il bando, indetto dal Comune di Caltanissetta e riservato a tutti gli studenti e studentesse iscritti nelle scuole medie superiori della città di Caltanissetta, prevedeva la presentazione di un elaborato inedito di genere fantastico valutato da un’apposita commissione nominata dal Comune di Caltanissetta e composta da un rappresentante del Comune di Caltanissetta, da un rappresentante dell’Ambito Territoriale di Caltanissetta – Enna e da un rappresentante dell’Ufficio Stampa del Comune di Caltanissetta.
“Ringrazio il Comune di Caltanissetta per il riconoscimento – ha commentato dopo aver ricevuto il premio la giovane scrittrice che, per l’occasione, è stata accompagnata dalle docenti Tiziana Difrancesco e Giulia Nanfara -. Uno speciale plauso anche ai miei professori che si impegnano costantemente per individuare opportunità per consentire a noi studenti di stimolare la creatività. Attività diversificate che ci consentono di potenziare l’intelligenza emotiva, capacità indispensabile per il nostro futuro percorso professionale”.
“Siamo estremamente orgogliosi della nostra alunna e del risultato raggiunto in occasione del concorso bandito dal Comune di Caltanissetta e al quale hanno aderito anche altri nostri allievi coinvolti dai nostri docenti – ha dichiarato la dirigente scolastica del “G.Galilei” Loredana Schillaci -. Iniziative come questa, diventano occasione per acquisire consapevolezza del talento individuale, costruire maggiori competenze, e valorizzare il percorso formativo. I nostri ragazzi, che hanno ottenuto ottimi risultati anche in altre iniziative di respiro nazionale, si stanno confrontando con attività che vanno anche oltre il tradizionale curriculum scolastico andando a plasmare la propria personalità. Sono rimasta colpita dal linguaggio immaginifico descritto nel racconto fantastico di Alessia e di come la nostra giovane allieva sia riuscita a coinvolgere il lettore trasferendolo in quel mondo da lei ideato. Un racconto ben scritto ma soprattutto profondo del messaggio veicolato ribadendo il valore del silenzio come opportunità per conoscere sé stesso e imparare a interagire in modo adeguato con gli altri”.
Alessia Caruso ha ricevuto in premio un buono da 100€ da spendere per l’acquisto di libri. Il suo racconto è stato premiato con la seguente motivazione: “L’autrice, con IL GIARDINO DELLE FARFALLE ha accompagnato il lettore in una realtà fantastica aiutandolo a comprendere come, in un mondo di “rumore”, il “silenzio” non rappresenta un vuoto ma uno spazio pieno di significati nascosti”
A premiare la giovane vincitrice sono stati l’assessore alla pubblica istruzione Vincenzo Lo Mutoaccompagnato dagli assessori Guido Delpopolo e Toti Petrantoni.
“Abbiamo ritenuto molto importante sostenere questa iniziativa suggerita dalla Consulta Provinciale degli Studenti e realizzata in collaborazione con l’Ambito Territoriale di Caltanissetta ed Enna – Ufficio V dell’USR Sicilia- ha commentato l’assessore Lo Muto -. Riteniamo, infatti, fondamentale incoraggiare la scrittura creativa come strumento per strutturare un personale percorso formativo invitando alla riflessione, alla trascrizione dei pensieri e delle proprie sensazioni senza filtro”.
IL GIARDINO DELLE FARFALLE SILENZIOSE
C’era una volta in un angolo nascosto del mondo un villaggio che sembrava dimenticato da tutti. Si chiamava Silence Valley e sebbene fosse circondato da boschi incantati e campi dorati nessuno vi si fermava mai. Gli abitanti, infatti, erano persone tranquille e taciturne che preferivano il silenzio alla confusione del mondo esterno. Nel cuore della Silence Valley viveva una giovane ragazza di nome Bianca. Aveva i capelli lunghi e neri come la notte e gli occhi pieni di una curiosità che sembrava non appartenere a chiunque altro. Bianca, però, non era come gli altri del villaggio. Mentre gli abitanti si accontentavano di vivere in silenzio, lei desiderava parlare, cantare, raccontare storie. Voleva sentire le risate, le voci, il rumore della vita che le scorreva accanto.
Ogni giorno, Bianca si recava nel giardino segreto che si trovava ai margini del villaggio. Era un giardino speciale, un luogo dove le piante crescevano in modo strano e affascinante; ma ciò che lo rendeva davvero unico erano le farfalle. Non erano farfalle comuni. Avevano ali di un colore argenteo quasi traslucido e volavano senza emettere alcun rumore. Ogni volta che Bianca le osservava sentiva una sensazione di pace, ma anche di un grande vuoto. Perché quelle farfalle non emettessero rumori non fu data mai alcuna risposta.
Un pomeriggio di primavera quando il cielo era limpido e il profumo dei fiori inondava la città Bianca si recò nel giardino come al solito. Mentre camminava tra i sentieri fioriti vide una farfalla che si posò delicatamente su un fiore di loto. La sua bellezza era indescrivibile.
Ma Bianca non poté fare a meno di notare che le sue ali brillavano di un colore che non aveva mai visto prima: una sfumatura dorata, come se racchiudesse una luce nascosta.
Curiosa, si avvicinò piano, ma, prima che potesse fare un passo, una voce la fermò. Era una voce sottile, come un sussurro nel vento.
“Non avvicinarti troppo,” disse la voce. “Se tocchi la farfalla, perderai qualcosa di molto importante.”
Bianca si guardò intorno, ma non vide nessuno. “Chi parla?” chiese, spaventata e affascinata allo stesso tempo.
“Non temere,” rispose la voce. “Siamo le farfalle a parlarti. Ma per capirc devi imparare ad ascoltare.”Confusa ma incuriosita Bianca rimase ferma. Poi come per magia il giardino si trasformò. I colori sembravano più vivi e l’aria più densa di sensazioni. Una farfalla dorata si alzò in volo e al suo passaggio una dolce melodia iniziò a riempire l’aria, come un canto che sembrava venire da lontano, dall’interno di ogni cosa.
“Questo è il suono del silenzio” continuò la voce. “Le farfalle non emettono suoni perché il loro compito è ascoltare. Sono le custodi del silenzio e il silenzio è il linguaggio più antico: quello che precede ogni parola.”
Bianca affascinata si inginocchiò nel prato. “Perché non posso parlare? Perché il silenzio è così importante?”
“La tua voce” spiegò la voce “è il dono più potente che possiedi. Ma la potrai usare solo quando avrai capito il vero significato del silenzio. La tua voglia di parlare, di esprimerti è legittima, ma prima devi imparare ad ascoltare . Prima di parlare devi imparare a comprendere.”
Con queste parole, la farfalla dorata si posò sulla mano di Bianca che la guardò con occhi pieni di meraviglia. Il suo cuore batteva forte, eppure si sentiva in pace come se avesse ricevuto una saggezza antica e profonda di un mondo che fu.
Da quel giorno Bianca tornò ogni mattino nel giardino delle farfalle. Non parlava mai, ma ascoltava. Ascoltava il vento che accarezzava le foglie, il battito delle ali delle farfalle, il rumore delle piccole creature che si nascondevano nel terreno. Il silenzio alla fine divenne la sua voce.
Passò del tempo e Bianca iniziò a comprendere che il silenzio non era un vuoto ma uno spazio pieno di significati nascosti. Ogni gesto, ogni respiro, ogni sguardo erano una forma di comunicazione più potente di mille parole. E fu così che un giorno quando tornò nel villaggio si accorse che le persone avevano iniziato a notare la sua trasformazione. Il suo sguardo, un tempo inquieto ora era calmo; la sua presenza irradiava una serenità che aveva conquistato tutti.
Non era più la ragazza che desiderava parlare a tutti i costi; aveva imparato a stare in silenzio, benché ormai il suo silenzio urlava più forte di ogni altra parola. Le persone cominciarono a cercarla per condividere momenti di tranquillità, per ascoltare il suono silente della vita e lentamente il villaggio della Silence Valley iniziò a cambiare. Le persone si ritrovavano nonpiù per parlare, ma per stare insieme nel silenzio, trovando quella quiete e, nello stesso tempo, quella la forza di connettersi gli uni con gli altri.
Un giorno mentre osservava il giardino e le farfalle che le volavano intorno Bianca sorrise!
Aveva finalmente compreso: la vera forza non stava nell’urlare al mondo con la propria voce, nell’affannarsi ad avere sempre tutto, ma solo nel saper ascoltare in silenzio se stessi e gli altri.
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