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181 arresti per mafia: Tre agrigentini fanno scena muta davanti al gip

Hanno scelto la strada del silenzio i tre agrigentini tra le 181 persone arrestate una settimana fa nell’ambito della maxi operazione antimafia dei carabinieri e della Dda di Palermo. Si tratta di Capraro Pietro 39 anni, di Villaseta; Gabriele Minio, 36 anni, di Agrigento e Gaetano Licata 41 anni, di Villaseta, tutti già in carcere dal dicembre scorso, poiché coinvolti nell’inchiesta dei carabinieri e della Dda palermitana sui clan di Agrigento/Villaseta e Porto Empedocle. I tre indagati (assistiti dai loro difensori, gli avvocati Salvatore Cusumano, Ninni Giardina e Carmelita Danile), comparsi da remoto davanti al gip del tribunale di Palermo, Claudia Rosini, per l’interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’inchiesta approderà adesso al tribunale del riesame. Capraro è ritenuto il boss della famiglia mafiosa di Villaseta; Licata è considerato il luogotenente e reggente del clan di Capraro e Minio un affiliato. Il nuovo provvedimento di cattura è arrivato in quanto emergerebbe dalle indagini che i vertici del clan di Villaseta avrebbero avuto costanti rapporti e interlocuzioni con esponenti del mandamento mafioso di San Lorenzo oggi guidato dai fratelli Serio, luogotenenti del boss Salvatore Lo Piccolo. Capraro, Licata e Minio sono accusati di aver ceduto diverse partite di stupefacenti, per un ammontare complessivo di 384 mila euro, ai boss del mandamento mafioso di San Lorenzo/Tommaso Natale: i fratelli Domenico e Nunzio Serio, Francesco Stagno e Mario Ferrazzano.

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