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Giovanni Pulci di Sommatino, sul podio del Teatro Re Grillo di Licata con “Spine di cappero“. 

Ieri sera, nello storico e rinnovato Teatro Re Grillo di Licata addobbato con fiori, senza nulla invidiare al teatro Ariston di Sanremo, così ha commentato scherzosamente la direttrice artistica Professoressa Angela Mancuso, si è tenuta la cerimonia per la premiazione dell’ottava edizione del concorso  letterario nazionale “Raccontami o Musa…” Fabbricati di sogni. 

Giovanni Pulci, di Sommatino, ha ricevuto la menzione speciale, per la sezione racconti, con l’opera “Spine di cappero” dove nello scrittore si denota un’amorevole sicilianità, una storia della Sicilia alla fine degli anni cinquanta, dove un bambino sogna di andare a vivere nella operosa e ricca Torino, ma capirà, col tempo, che il sogno che tanto bramava era quel posto da dove partì, la sua terra:

-Incipit-

Avevo appena dieci anni quando entrai per la prima volta nel consorzio agrario dell’avvocato Cimò. Facevo un grosso respiro, intenso, mi piaceva l’odore che emanavano i sacchi aperti a metà esposti davanti al bancone, ci mettevo le narici dentro senza più staccarmi, mi sembra di sentirlo ancora. Avevano il bordo risvoltato verso l’esterno, come le maniche delle camicie, pieni di concimi e mangimi che servivano per la campagna e per il nutrimento degli animali. Ci andavo tutte le volte che ne avevo voglia, naturalmente, dopo aver finito il mio lavoro al bar Sicilia, uno dei tanti che affollavano la piazza del paese. Ero felice di andarci, mio padre mi mandò in bottega perché diceva: 

«Imparare un mestiere oltre a dare pane, dà dignità». 

Ma questo lo capii molto più avanti, maturando, ma non potei dirglielo, perse la vita sotto le gallerie della miniera di zolfo, lacerato dall’esplosione del grisù…

La versione integrale sarà pubblicata dal partner del Premio Malgradotuttoweb nei prossimi giorni. 

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