Si è concluso con la condanna a 5 anni e 4 mesi il processo con rito abbreviato a carico di Paolo Colianni, medico psicoterapeuta di Enna ed ex assessore regionale alla Famiglia, accusato di violenza sessuale aggravata su minore. L’uomo, che avrebbe abusato di una ragazzina sua paziente durante le sedute di psicoterapia, era stato raggiunto da un provvedimento di arresti domiciliari a gennaio dello scorso anno. L’inchiesta era stata aperta a seguito delle segnalazioni delle insegnati della ragazzina, insospettite da alcuni suoi atteggiamenti e racconti che avevano fatto sospettare che fosse vittima di abusi. L’inchiesta, immediatamente partita e coordinata dalla procura di Enna, aveva permesso agli inquirenti di raccogliere elementi ritenuti concreti su diversi episodi. Il giudice del Tribunale di Enna, Michele Ravelli, aveva ammesso quali parti civili i genitori e il nonno della vittima, costituiti con l’avvocato Fabio Repici del foro di Messina. Colianni, in apertura del procedimento, aveva reso dichiarazioni spontanee ammettendo i fatti contestati ed ha già versato 50 mila euro, quale acconto sul risarcimento danni. La difesa, sostenuta dagli avvocati Giovanni Palermo del foro di Enna e da Maria Donata Licata, del foro di Catania, aveva chiesto la derubricazione in «atti sessuali con minore», ma la richiesta era stata respinta. A carico di Colianni sono state comminate anche le pene accessorie di interdizione dai pubblici uffici e dalle professioni che coinvolgono minori ed il divieto di frequentare luoghi dove ci sono minori. Colianni rimane agli arresti domiciliari.
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