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Inchiesta Demetra, falsi invalidi per truffare l’Inail di Agrigento”: 11 condanne, assolto il radiologo Russo

Undici condanne, tutte ridotte rispetto al primo grado di giudizio sia per l’intervento della prescrizione che nel merito, e due assoluzioni. Lo hanno deciso i giudici della seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo che, in parziale riforma della sentenza del tribunale di Agrigento, ha emesso il verdetto al processo scaturito dall’inchiesta “Demetra”, l’indagine che ipotizza un giro di falsi infortuni per truffare Inail e Inps, a distanza di oltre dieci anni dal blitz. Assolto “per non aver commesso il fatto” il radiologo Salvatore Russo, di Aragona. Il medico, che era stato condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi di reclusione, incassa adesso l’assoluzione. Nei suoi confronti è stata disposta anche la revoca dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la restituzione dei beni confiscati. L’altra assoluzione, “perchè il fatto non sussiste”, riguarda Cristian Giardino. Undici le condanne disposte: 4 anni e 2 mesi di reclusione per Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 61 anni, ex consigliere provinciale, ritenuto il personaggio chiave dell’intera inchiesta (7 anni in primo grado); 3 anni e 8 mesi di reclusione sono stati inflitti all’imprenditore Giorgio Lo Presti, 71 anni, di Porto Empedocle (in primo grado 6 anni e 10 mesi); 3 anni e 6 mesi al medico dell’Inail Salvatore Conti, 68 anni, di Agrigento (6 anni e 8 mesi in primo grado); 2 anni e 6 mesi a Giacomo Giuca; 2 anni e 4 mesi rispettivamente a Giuseppe Gangarossa e Salvatore Tortorici; 1 anno ciascuno, infine, a Giovanni Salemi, Ernesto Lo Presti, Jessica Giglio, Aymen Merdassi e Francesco Di Grado. Non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di: Angelo Ruben Arrigo, Michele Baldarelli, Carmelo Colombo. La Corte di Appello ha altresì revocato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici a Salvatore Conti, Giuseppe Vincenzo Terrazzino e Giorgio Lo Presti. Revocata anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni nei confronti di Giuseppe Gangarossa, Salvatore Tortorici e Giacomo Giuca. Tutti gli imputati dovranno, infine, risarcire le parti civili costituitesi: l’Inail di Agrigento e la Confederazione Generale Artigianato di Agrigento.

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