Il pubblico ministero della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, ha chiesto 9 condanne al troncone ordinario del processo scaturito dall’inchiesta “Xydi”, condotta sul campo dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Agrigento, che avrebbe fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì, che sarebbe stato rimesso in piedi dall’imprenditore Giancarlo Buggea, insieme alla compagna-avvocato (poi cancellata dall’Ordine) Angela Porcello, e sui rapporti tra le varie famiglie mafiose della provincia agrigentina. Tra gli imputi anche il capomafia ergastolano Giuseppe Falsone, che era tornato a comandare dopo dieci anni di detenzione al “41 bis”, grazie all’ex penalista, suo legale difensore. Quest’ultima si è presentata al boss campobellese come compagna dell’imprenditore mafioso Buggea e il capomafia ha deciso di usarla per trasmettere ordini, messaggi e direttive all’esterno del carcere. Ventiquattro anni di reclusione è la pena proposta per Falsone. Il magistrato ha chiesto la condanna di tutti gli imputati: 30 anni reclusione per Antonino Chiazza, 55 anni, di Canicattì, presunto boss della Stidda; 25 anni per Santo Gioacchino Rinallo, 65 anni di Canicattì; 24 anni per Pietro Fazio, 52 anni, di Canicattì; 20 anni per Antonio Gallea, 67 anni di Canicattì; 11 anni per Filippo Pitruzzella, 64 anni, ispettore della polizia in pensione. “L’ispettore Filippo Pitruzzella, allora in servizio al commissariato di Canicattì, era a disposizione della coppia Porcello-Buggea alla quale trasmetteva informazioni riservate su indagini in corso”. E’ l’atto di accusa della Dda che ha chiesto la condanna dell’ex poliziotto, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ed ancora 4 anni di reclusione ciascuno sono stati chiesti per Stefano Saccomando, 47 anni di Palma di Montechiaro e Calogero Valenti, 59 anni, residente a Canicattì; 2 anni e 4 mesi per Calogero Lo Giudice, 51 anni di Canicattì.
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