«Quello dell’ospedale di Agrigento è uno dei tanti pronto soccorso della Sicilia ormai in tilt: i medici e gli infermieri sono pochissimi e devono far fronte a una situazione resa impossibile dalle strutture del tutto inadeguate». Lo ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera che ha effettuato una visita nella struttura sanitaria agrigentina insieme alla coordinatrice cittadina di Italia Viva Roberta Lala. «Nella visita di questa mattina abbiamo constatato come anche ad Agrigento la sanità siciliana attraversi una crisi drammatica. – spiega – Non per responsabilità di medici, infermieri e guardie giurate, che esausti fanno comunque il loro lavoro, ma perché lavorare nelle condizioni che abbiamo osservato é davvero impossibile. I corridoi del pronto soccorso sono pieni zeppi di barelle. Invece di qualche ora i pazienti ci rimangono anche 5 o 6 giorni. In medicina d’urgenza anche 15 giorni, quando dovrebbero starci solo per le prime urgenze».
“A creare un tale affollamento contribuisce la totale assenza di medicina di territorio. La situazione è a tal punto insostenibile che i responsabili della struttura gettano presto la spugna e quindi cambiano frequentemente. – conclude – Il presidente Renato Schifani racconta che va tutto bene? Si faccia un giro, verifichi con i suoi occhi la situazione della nostra sanità invece di sparare continuamente fesserie e dipingere un mondo fantastico».
Visita dell’onorevole Davide Faraone al pronto soccorso di Agrigento. Le considerazioni della Direzione sanitaria ASP e del direttore del reparto
Il Direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria provinciale di Agrigento, Raffaele Elia, è intervenuto a margine della recente visita dell’onorevole Davide Faraone al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento con alcune considerazioni: “la tappa agrigentina del tour che l’onorevole Faraone sta conducendo presso le aree d’emergenza-urgenza degli ospedali siciliani – ha commentato il direttore Elia – mette in luce delle indubbie criticità sulle quali tuttavia, per ciò che concerne Agrigento, occorre fare alcune precisazioni che, qualora fossimo stati avvisati per tempo, avremmo subito potuto esprimere durante la visita per evidenziare il carattere assolutamente contingente di buona parte delle problematiche evidenziate. Va detto infatti che la presenza di un certo affollamento in corsia è ascrivibile non tanto al giorno della settimana nel quale è avvenuta la visita, il lunedì, giornata statisticamente con maggiore affluenza rispetto alle altre della settimana, oppure al periodo festivo nel quale si registra un maggior numero di accessi, ma al fatto che il pronto soccorso del ‘San Giovanni di Dio’ è attualmente oggetto di lavori di adeguamento e manutenzione il cui andamento ‘modulare’ se, da un lato, ci permette di non chiudere l’intera area arrecando il minor disagio possibile all’utenza, dall’altro restringe inevitabilmente gli spazi destinati all’assistenza. Come si ricorderà, i lavori sono stati consegnati la scorsa estate e, dopo una fase amministrativa legata ad un subappalto degli stessi, le operazioni di cantiere sono adesso in corso con un andamento a più livelli. A differenza di quanto fatto a Sciacca dove, per caratteristiche diverse, abbiamo potuto consegnare tutti i localialla ditta incaricata dei lavori, ad Agrigento questa soluzione non è stata possibile ma, nonostante ciò, la sistemazione dell’intero pronto soccorso avverrà nel giro di una decina di mesi al termine dei quali, come per Sciacca, si potrà contare su un complessivo e radicale risultato di ammodernamento e razionalizzazione degli ambienti. Le visite come quelle compiute dall’onorevole Faraone hanno l’indubbio merito di farci sentire, una volta di più, le attenzioni del mondo politico e delle istituzioni su un iter che stiamo seguendo con grande impegno ma non devono certo correre il rischio di suscitare dubbi o, peggio, sfiducia nella collettività agrigentina. Intendiamo infatti – ha ribadito il direttore– migliorare radicalmente la struttura ed è inevitabile che, in questa fase, per via del cantiere, ci sia qualche disagio in più per l’utenza. Mi associo al plauso fatto dall’onorevole Faraone a tutti i sanitari impegnati in prima linea, soprattutto in questo momento contingente, per assicurare il massimo dell’assistenza ai cittadini. D’altra parte è questo, in primis, l’intento anche della DirezioneASP: si ricorderà ancora come, all’indomani dell’insediamentodell’attuale management, abbiamo trovato un pronto soccorso con un primario dimissionario e, dopo aver provveduto alla nomina del nuovo responsabile, il dottor Gerlando Verruso, abbiamosostenuto i suoi sforzi confermandone l’incarico. Da allora, per quanto riguarda la dotazione di personale, si pure tra tante difficoltà nel reperire nuove risorse professionali, la situazione è migliorata con nuove assunzioni, immissioni in servizio e stabilizzazioni. Va anche detto che, pure sotto il profilo delle dotazioni strutturali, è stato fatto un deciso balzo in avanti con l’inaugurazione di una nuova radiodiagnostica e di una TAC di ultima generazione riservata all’utenza del pronto soccorso. In ultimo – ha concluso il direttore – vorrei evidenziare che il collegamento ospedale-territorio, utile anche a decongestionare i pronto soccorso, è assolutamente efficace ed anzi si appresta ad un netto salto di qualità. Come previsto dal decreto ministeriale 77/2022, abbiamo già infatti reso operativa dal 31 dicembre la ‘Casa della comunità’ di Agrigento e ne presenteremo a breve tutte le potenzialità nel corso di un’inaugurazione aperta a tutta la collettività”.
Anche il dottor Gerlando Verruso, direttore facente funzioni del pronto soccorso di Agrigento, interviene con una propria nota sulle criticità evidenziate: “la medicina d’urgenza – si legge – non è, come erroneamente dichiarato, un posto dove stare ventiquattrore ore al massimo per gestire le prime urgenze ma un vero e proprio reparto di degenza munito di dodici posti letto dove il malato viene gestito in regime di ricovero ospedaliero e curato esattamente come in altri reparti. Proprio in considerazione dei volumi di attività del pronto soccorso, in ordine al rifacimento della rete ospedaliera, è stato chiesto l’aumento del numero di posti letto da dodici a venti per consentire una più rapida ed agevole allocazione del paziente che necessita di ricovero in ambiente medico. In ordine alla degenza media in medicina d’urgenza preme precisare che essa è attestata a 6,75 giorni (quindi ben inferiore ai quindici giorni dichiarati erroneamente dall’onorevole Faraone) e che essa è notevolmente migliorata rispetto a quella del 2023 (8,76) a conferma di una solida organizzazione nonostante le criticità correlate alla carenza di personale. Anche riguardo ai tempi di permanenza in pronto soccorso preme precisare che il 62% dei pazienti che accedono al pronto soccorso a prescindere dal codice colore concludono il proprio iter diagnostico entro e non oltre le otto ore significando che entro tale intervallo di tempo vengono dimessi ricoverati o trasferiti secondo le necessità”. In conclusione, si legge ancora nel testo del dottor Verruso che richiama anche la complicata situazione legata alla carenza di personale: “seppur in un contesto particolarmente difficile, il 2024 è stato contrassegnato da una fattiva, costante e fruttuosa collaborazione con la Direzione strategica aziendale e con la Direzione medica di presidio tesa a migliorare il lavoro di tutti e a programmare quello dei prossimi anni nell’esclusivo interesse dei pazienti”.