San Cataldo: Beni confiscati alla mafia lasciati nell’abbandono
Un patrimonio immobiliare che potrebbe trasformare la città, ma che giace in uno stato di degrado e abbandono.
San Cataldo – Nella città di San Cataldo, diversi beni confiscati alla mafia languono in stato di abbandono. Questi immobili, frutto di azioni contro la criminalità organizzata, avrebbero dovuto rappresentare un’opportunità per il territorio, ma oggi si presentano come simboli di incuria e inefficienza amministrativa e un simbolo di sconfitta sociale.
Nonostante una denuncia alla procura da parte dell’associazione Gazebo Della Solidarietà, e un esposto presso L’ agenzia nazionale che gestisce i beni, già negli anni scorsi, nulla si è mosso per ripristinare la legalità.
“Ogni giorno vediamo edifici che si degradano, mentre a San Cataldo mancano servizi essenziali per i giovani e per le fasce più deboli è paradossale: beni che dovrebbero restituire valore alla comunità finiscono per danneggiarla,” afferma Giovanni Cirasa, presidente dell’associazione Il Gazebo Della Solidarietà che si occupa da un decennio proprio di legalità.
L’ amministrazioni comunale ha promesso interventi, ma spesso i progetti annunciati si sono rivelati fasulli per mancanza di programmazione e progettualità. Il Comune di San Cataldo, interpellato sull’argomento, ha dichiarato ben tre anni fa: “Stiamo lavorando per ristrutturare gli immobili ” ma di fatto nulla di concreto.
Un’opportunità da non perdere
Il recupero dei beni confiscati rappresenterebbe non solo una vittoria simbolica contro la mafia, ma anche un’occasione per rivitalizzare l’economia locale. Si potrebbero creare posti di lavoro attraverso la ristrutturazione degli edifici e la loro gestione, oltre a offrire servizi indispensabili alla cittadinanza.
San Cataldo, con il suo patrimonio storico e la posizione strategica, potrebbe trasformare questi beni in centri di eccellenza, dedicati alla cultura, al turismo o all’innovazione sociale. Ma il tempo stringe: ogni anno che passa senza interventi concreti rischia di compromettere ulteriormente la possibilità di dare nuova vita a queste risorse.
Il presidente dell’associazione presenterà un ulteriore esposto alla corte dei conti, puntando il dito direttamente contro il consiglio comunale e gli amministratori per il danno arrecato alla cittadinanza. ” Chieremo che i danni del degrado siano addebitati direttamente a tutti i consiglieri e amministratori che non si sono mossi affinché tali beni venissero messi a disposizione” il mancato reddito di questi immobili, insieme ad altri di proprietà del comune costituisce un danno erariale”
Nonostante le domande da parte di associazioni, nulla è stato fatto durante l’amministrazione del sindaco Comparato.