Consulta di Aica: Ati idrico e Aica non hanno raggiunto l’efficienza dei servizi e l’equilibrio economico finanziario
“La CONSULTA di AICA che e’ impegnata per la gestione pubblica dell’Acqua, dichiara che l’ATI IDRICO composta dai SINDACI dei Comuni, con AICA avevano previsto che si attuassero nel loro complesso i dettati della Convenzione di Concessione in Gestione per perseguire l’obiettivo di raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario, secondo criteri di efficienza; non si sono attenuti al vincolo previsto all’art.2 punto 2 che detta: “le Parti si impegnano, con la presente Convenzione, a realizzare le attività necessarie alla gestione del servizio idrico integrato, promuovendo il progressivo miglioramento dello stato delle infrastrutture e della qualità delle prestazioni erogate agli utenti, in attuazione della normativa vigente”. Sono venuti meno all’impegno che costituiva e costituisce condizione di legge imprescindibile”
La consulta di Aica scrive:
Al Presidente dell’Assemblea dei Soci di AICA
Al Presidente del Consiglio di Amministrazione di AICA
e p.c.
All’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ARERA
Al Presidente On. Renato Schifani Commissario Delegato alla crisi idrica
All’Assessore Regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità On. Roberto Di Mauro
Al Dirigente Generale della Protezione Civile Regionale ing. Salvatore Cocina
Al Capo di Gabinetto dott. Salvatore Sammartano
A Sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento
Al Presidente dell’Assemblea Territoriale Idrica ATI AG9
Al Direttore Generale di AICA
Oggetto: richiesta ai vertici di AICA di una presa di posizione contro la delibera del Consiglio Direttivo di ATI n.19 del 25-11-2024 in riferimento al riesame dell’istanza di riconoscimento della sussistenza dei requisiti della gestione autonoma ex. Art. 147, comma 2bis D.lgs n.152/2006 affinchè si arrivi al ritiro in autotutela dell’istanza menzionata.
Si apprende a mezzo stampa dell’iniziativa del Consiglio Direttivo di ATI di avviare un riesame dell’istanza di riconoscimento della salvaguardia prevista dall’art. 147 D.lgs.152/2006 per i comuni di Palma di Montechiaro e Camastra. Ritenendo questa iniziativa non solo inopportuna, ma contra legem, la scrivente Consulta delle associazioni di AICA chiede alla Presidente dei Soci di AICA e al Presidente del CDA di AICA una chiara e netta presa di posizione su tale questione, affinchè si arrivi al ritiro in autotutela dell’istanza in oggetto o ad un rigetto di tale istanza da parte dell’assemblea dell’ATI, alla quale viene demandata l’approvazione. Già nelle premesse la Delibera in oggetto delinea a chiare lettere come la riapertura del riesame dell’istanza di salvaguardia, per i due comuni in questione, contravvenga con chiarezza a quanto previsto dall’art. 147 comma 2 bis lettera b per due motivi: 1) l’istanza per questi due comuni è stata esaminata e rigettata già una volta, avendo l’Ati riscontrato la NON SUSSISTENZA DEI REQUISITI PREVISTI DALLA LEGGE, I QUALI DEVONO ESSERE PRESENTI TUTTI IN MANIERA CONCOMITANTE E ACCERTATI TASSATIVAMENTE PERCHè LA SALVAGUARDIA VENGA CONCESSA. 2) L’art. 147 al comma 2-ter ha introdotto il limite temporale del 1° luglio 2022 oltre il quale non viene più ammessa nessuna istanza di salvaguardia. Tutto ciò viene esplicitato chiaramente dalle note con le quali anche l’Assessorato regionale competente e il D.A.R. rispondono su questa vicenda. Bisogna ribadire con forza, e non può essere la sola Consulta a farlo, che iniziative di questo tipo vanno in direzione contraria a quanto previsto dalle norme, alla salvaguardia del bene pubblico acqua e agli interessi del Gestore pubblico AICA.
Ciò che invece andrebbe fatto è diminuire la frammentazione delle gestioni dell’Ambito e non al contrario approfittare di una momentanea posizione di “dominanza politica” per strappare concessioni non dovute a spese della collettività. La questione che è urgente porre all’attenzione delle Assemblee che governano il Servizio Idrico è, piuttosto, procedere speditamente alla risoluzione della crisi idrica (diventata ormai strutturale) anche tramite la verifica della sussistenza dei requisiti in capo ai Comuni che hanno ottenuto la salvaguardia in assenza di adeguata verifica da parte dell’Ente di Governo d’Ambito, e quel che più conta, la cessione delle reti, delle fonti e delle infrastrutture di questi comuni all’ATI per una più equa distribuzione e fruizione della risorsa tramite il gestore pubblico AICA.
La Convenzione di Gestione regolante i rapporti fra l’ATI IDRICO (composto dai Sindaci dei Comuni della Provincia) e AICA, stipulata il 22/09/2021, prevede all’art.4 punto 1 che l’ATI è tenuta a garantire ad AICA il rispetto del principio di unicità dell’Ambito, e indica al successivo punto 8 tutti i Comuni del perimetro, inclusi Aragona, Camastra, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini e Santa Elisabetta, definiti Comuni la cui gestione era in forma diretta, ed al seguente art.5 punto 1 prevede che detti 8 Comuni in economia diretta “dovranno obbligatoriamente aderire alla gestione unica dell’AICA, cedendo ad AICA le opere, gli impianti e le reti afferenti il S.I.I.”; ebbene ciò nel decorso tempo è avvenuto per 6 Comuni, e non per Palma di Montechiaro e Camastra.
Il Piano d’Ambito previsto all’art.9, approvato nel 2021 ed aggiornato nel Dicembre del 2023, prevedeva che entro il 31/12/2021 questi Comuni entrassero a far parte del perimetro unico, cosi come entro il 31/12/2022 ne facessero parte gli 8 Comuni cosìddetti salvaguardati (seppur mai verificate le condizioni della salvaguardia), ALESSANDRIA DELLA ROCCA, BIVONA, BURGIO, CAMMARATA, CIANCIANA, MENFI, SAMBUCA DI SICILIA, SANTA MARGHERITA DI BELICE, SANTO STEFANO QUISQUINA. Il mancato ingresso in AICA di tutti i Comuni sopraindicati ha disarticolato il Piano Economico Finanziario previsto, su cui era fondata la tariffa, e ha danneggiato la gestione economica di AICA concorrendo alle perdite d’esercizio subite nel periodo 2021-2023, tratte dai Bilanci depositati ammontanti ad € 6.304.361,00.
Si rileva la condotta inadeguata dell’ATI IDRICO che ha disatteso gli articoli della citata Convenzione, in particolare sul Piano d’Ambito all’art.9 al punto 2, che prevede: “l’ATI assicura che, all’inizio e per tutta la durata dell’affidamento, le previsioni della presente convenzione consentano nel loro complesso di perseguire l’obiettivo di raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario, secondo criteri di efficienza” e lo stesso si legge all’art.10 punto 3; ebbene tutto ciò non è avvenuto, con gravi conseguenze sull’equilibrio economico-finanziario e produttivo di AICA.
L’ATI IDRICO ha approvato il Piano d’Ambito ed il relativo Piano economico-finanziario della gestione ed ha perseverato nell’aggiornamento del dicembre del 2023, in assoluta discordanza e dissonanza sostanziale, rispetto ai risultati economici e finanziari reali dichiarati da AICA. Basti vedere che l’ATI determina nel Piano d’Ambito iniziale ed aggiornato, che nel 2021, 2022 e 2023 il gestore AICA consegua risultati economici positivi (utile ante imposte) per un totale pari ad € 4.169.885,00, quando nei fatti non li ha conseguiti, anzi ha subito perdite per € 6.304.361,00 ALIMENTANDO UNA SITUAZIONE CONTRADDITTORIA E PARADOSSALE. Quindi l’ATI IDRICO si dovrebbe porre nell’interesse dell’Azienda Pubblica AICA, del demanio pubblico e dei cittadini-utenti, ed attivarsi per determinare e eseguire i dettati della Convenzione previsti al “Titolo III Strumenti per il Mantenimento dell’Equilibrio Economico-Finanziario, dettagliati agli artt.14, 15, 16, 17, in concorso con il Consiglio D’Amministrazione e Direttore Generale di AICA e con i Sindaci dei Comuni parte in AICA”. Pertanto, a seguito dell’andamento strutturale e gestionale che non corrisponde in più parti ai postulati fissati nella Convenzione per legge sia ATI IDRICO, che gli Organi di AICA, non si sono attenuti al vincolo previsto all’art.2 punto 2 che detta: “le Parti si impegnano, con la presente Convenzione, a realizzare le attività necessarie alla gestione del servizio idrico integrato, promuovendo il progressivo miglioramento dello stato delle infrastrutture e della qualità delle prestazioni erogate agli utenti, in attuazione della normativa vigente”; venendo quindi meno all’impegno che costituiva e costituisce condizione di legge imprescindibile.
Si chiede inoltre di relazionare in maniera adeguata sui punti di interesse pubblico, sollevati dalla scrivente nelle ultime richieste del 22/10/2024 e del 11/11/2024 e rimasti inevasi, tra i quali:
1) Qual è lo stato delle ingiunzioni di pagamento inviate da AICA ai singoli Comuni debitori (9 milioni di euro nel 2023).
2) Qual è lo stato dei pagamenti dovuti ad Aica per ripianare il debito maturato nel 2021 e nel 2022 da parte dei comuni soci.
3) Cosa ha prodotto la ricerca dei pozzi in termini di nuova risorsa immessa in rete visto che non sembrano esserci benefici apprezzabili per l’utenza.
4) Quando sarà avviato un adeguato contrasto agli abusivi e ai furti d’acqua.
In conclusione, si chiede quale sia il criterio in base al quale vengano finanziate e avviate opere di manutenzione straordinaria in alcuni Comuni (come Palma di Montechiaro, che non ha ancora consegnato le reti ad AICA) e vengano invece interrotte in altri Comuni. Lo stesso dicasi per la fondamentale sostituzione dei 121.000 misuratori idrometrici su tutte le utenze dell’Ambito, che l’ATI aveva promesso di far installare entro giugno 2024, dei quali non c’è nè traccia né speranza che in futuro si possa porvi rimedio.
Si allegano alla presente istanza la Delibera n.19 del Consiglio Direttivo di ATI del 25-11-2024 e la Convenzione di gestione del 22-9-2021 tra ATI e AICA.
Per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa
Associazioni aderenti alla Consulta:
Agrigento Punto e a Capo, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, Codacons Sede Provinciale di Agrigento, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos Aps, Konsumer – Agrigento