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Cattolica Eraclea, omicidio del marmista: chiesti quasi 22 di carcere per operaio

Il sostituto procuratore generale di Palermo ha chiesto di condanna a 21 anni e 11 mesi di reclusione nei confronti di Gaetano Sciortino, operaio di 59 anni, accusato dell’omicidio di Giuseppe Miceli, il marmista di Cattolica Eraclea ucciso il 6 dicembre 2015 all’interno del suo laboratorio in via Crispi. Il processo è in corso davanti la Corte di Appello di Palermo presieduta dal giudice Matteo Frasca. L’imputato, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, era stato condannato a 24 anni di carcere in primo grado. In appello, invece, la sentenza venne ribaltata con l’assoluzione “perchè il fatto non sussiste”. Nei mesi scorsi un nuovo colpo di scena con l’intervento della Cassazione che ha annullato il verdetto disponendo un processo d’appello “bis”. La difesa di Sciortino ha annunciato che l’imputato rilascerà dichiarazioni spontanee all’udienza fissata per il prossimo 26 febbraio. Secondo l’accusa a carico del 59enne ci sarebbero delle prove per indicarlo quale autore dell’omicidio. Tra queste un video, dalla qualità non eccelsa, che proverebbe il pedinamento con l’auto nei confronti della vittima nelle ore precedenti l’omicidio e una scarpa. I difensori dell’imputato, invece, hanno sempre sostenuto l’estraneità del cattolicese nel delitto valorizzando tesi alternative.

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