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Addio a Larimar, dubbi sul suicidio. La madre: La scuola avrebbe dovuto avvisarmi della gravità della situazione 

Milena Ruffini, legale della famiglia della quindicenne, Larimar Annaloro, che si sarebbe suicidata lo scorso 2 novembre impiccandosi ad un albero nel boschetto vicino casa, a Piazza Armerina, ha incontrato stamani il procuratore per i minori di Caltanissetta, Rocco Cosentino.
«Un colloquio disteso – ha detto l’avvocato – che conferma che lavoreremo entrambi per la ricerca comune della verità e giustizia. Anche la procura di Caltanissetta è aperta ad ogni ipotesi a fronte della denuncia della madre che non crede alla tesi del suicidio».

E la Cattedrale di Piazza Armerina gremita di giovani e giovanissimi, di rose bianche e blu, ha dato l’ultimo saluto alla giovane quindicenne che si è tolta la vita due settimane fa impiccandosi ad un pino, nel boschetto della sua casa. Presenti  le ragazze della Polisportiva Armerina, ma anche quelle della Kentron di Enna, in tuta rossa che hanno portato la maglietta poggiata sulla bara con su scritto “sentiremo per sempre il tuo tifo alle partite», i compagni di scuola e tantissimi coetanei. Assente la ragazza con cui la giovane avrebbe litigato durante la ricreazione, prima di togliersi la vita, e assente il ragazzino ‘contesò, quello che sabato scorso sarebbe stato aggredito da alcuni coetanei perché accusato di essere l’autore delle immagini intime della quindicenne che sarebbero girate su alcune chat, possibile movente del suicidio.

La madre ed il padre, una delle sorelle e il fratello della ragazza si sono tenuti abbracciati per tutto il funerale, celebrato dal vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana. I genitori erano arrivati in chiesa già intorno alle dieci del mattino e non hanno mai lasciato per un attimo la bara. In chiesa anche la madre e il padre del fidanzatino della quindicenne, venuti per abbracciare la famiglia della giovane.

«Eri troppo bella, troppo brava, troppo perfetta. Una perfezione scomoda» dice tra le lacrime l’allenatrice della squadra di Pallamano, Enza Maniera. «Scusa se non siamo riusciti a proteggerti» aggiunge il sindaco di Piazza Armerina, Nino Cammarata che ribadisce la vicinanza alla famiglia. Anche la preside dell’istituto frequentata dalla giovane, Lidia Di Gangi, che ha sempre sminuito la lite tra le due ragazze durante la ricreazione, porta il cordoglio della scuola ma non stringe la mano alla madre. «Avrebbero dovuto avvisarmi della gravità della situazione – ripete la mamma della quindicenne – non avrei mai lasciato sola mia figlia dopo essere andata a prenderla a scuola».

Nessuno, neppure il vescovo, accenna alla fine tragica della ragazza e ai tanti dubbi che aleggiano attorno a questa morte. “Aiutateci» grida la madre, quando la salma viene caricata sul carro mortuario. Ma le parole più forti, definitive, sono quelle del fratello maggiore della ragazzina: «ti prometto che avrai giustizia» dice tra le lacrime al termine dei funerali. «Siamo tutti uniti nel nostro dolore per il nostro raggio di luce. La più determinata e delicata perché la più piccolina. Sei morta in circostanze insolite, Non hai fatto nulla di male e ti perdoniamo qualsiasi cosa tu abbia fatto. Se qualcuno sa parli e si metta la mano sul cuore in questo luogo sacro».

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