AgrigentoCanicattìCronacaNews

In provincia di Agrigento l’acqua è quasi finita! Il prefetto convoca tutti i sindaci 

L’acqua in provincia di Agrigento è quasi finita e il prefetto Filippo Romano, ha convocato tutti i sindaci e le strutture competenti, domani mattina, 14 agosto: “La situazione emergenziale non accenna a migliorare a causa della persistente mancanza delle piogge. Le riserve idropotabili e quelle minime irrigue residue sono a rischio di esaurimento. In molti centri urbani si è reso necessario introdurre misure di turnazione nell’erogazione agli utenti dell’acqua disponibile, in taluni casi, ogni 15 giorni e in diverse zone, in ragione delle inefficienze e/o disfunzioni della rete di distribuzione, l’erogazione può avvenire solo mediante autobotti. Alberi e coltivazioni si essiccheranno qualora non ci dovesse essere una tempestiva irrigazione di soccorso sia pur in modo esiguo con le limitate risorse disponibili. Da mesi ci sono forti disagi per la popolazione e gravi preoccupazioni e tensioni fra gli agricoltori con il conseguente rischio di ulteriori proteste, anche animate, e di occupazioni di sedi viarie”. I sindaci verranno nuovamente, ulteriormente, sollecitati per trovare ulteriori risorse idriche, “ferma restando la competenza dei medesimi nella gestione della crisi e nel monitoraggio del territorio per segnalare e/o prevenire ulteriori emergenze che dovessero verificarsi” – scrive la massima autorità governativa. Il prefetto che ha istituito il centro di coordinamento soccorsi, ancora una volta, è intervenuto perché ci sono evidenti, concreti, rischi per l’ordine pubblico. La gestione dell’emergenza, attraverso il dipartimento di Protezione civile, è della Regione. E la Protezione civile è al lavoro con i servizi territoriali: corpo Forestale, dipartimento tecnico con gli uffici del Genio civile, dipartimento dell’Agricoltura e i Consorzi di bonifica, nonché le Asp, il dipartimento dell’Ambiente, l’Arpa. Verrà diramata una direttiva, firmata anche dal capo della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, oltre che dal prefetto di Agrigento.   

Ai sindaci, che sono autorità locale di Protezione civile, verrà ricordato che devono attivarsi nei primi interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione, adottando provvedimenti contingibili e urgenti. Di fatto, è arrivato il momento che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità, senza più chiedere e demandare alla prefettura. “Gli interventi, svolti con le autobotti, non sono certamente idonei a risolvere l’emergenza, ma appaiono utili a mitigare crisi locali causate da mancanza di acqua in abitazioni, strutture sanitarie, centri di dialisi, strutture ricettive e b&b, panifici e centri di preparazione alimenti, in allevamenti di animali ed evitano conflitti e gravi conseguenze sul piano della tenuta sociale e dell’ordine pubblico – viene ricordato-I sindaci sono chiamati ad invitare i cittadini al risparmio idrico e ad adottare misure per l’aumento della resilienza della popolazione all’emergenza idrica”. Vanno anche preventivamente valutate e rappresentate tutte le situazioni di crisi o di difficoltà di approvvigionamento idrico, al fine di evitare aggravamenti improvvisi che possono cogliere impreparati e difficili da mitigare. Domattina i sindaci verranno dunque invitati ufficialmente, e non più in maniera informale,  a emanare le ordinanze contingibili e urgenti e i provvedimenti finalizzati al risparmio idrico e ad assicurare l’acqua per soddisfare i primari fabbisogni potabili della popolazione e degli animali di allevamento, vietandone l’uso per l’irrigazione di orti e giardini, per il lavaggio di strade, di piazzali e/o di veicoli. Cosa che alcuni amministratori hanno comunque già fatto.

Non in tutti i casi, ma in molti, l’assistenza alla popolazione è, talvolta, mancata. Specie quando i cittadini chiamano, e richiamano, l’Aica e non riescono a mettersi in contatto. Verrà ricordato anche che dovranno essere allertare e attivare tutte le locali associazioni di volontariato, strutture operative di protezione civile, per l’assistenza alla popolazione, compreso il rifornimento idrico con autobotti. Sarà necessario inoltre attivare e rendere efficienti le risorse strumentali ed i mezzi a disposizione del Comune, quali autobotti e moduli Aib, nonché reperirne ulteriori. 

Le attività per reperire, acquisire e immettere in rete nuove risorse idriche, tramite il revamping, riuso, potenziamento delle esistenti dovranno essere realizzate in coordinamento con i soggetti competenti in via ordinaria, Ati e gestore d’ambito o altro soggetto gestore locale, con i Consorzi di Bonifica e con gli altri enti, ricorrendo, a ogni strumento normativo che ne consenta l’utilizzo, qual è l’ordinanza sindacale contingibile e urgente.

Ai sindaci dei Comuni che dipendono per l’approvvigionamento idropotabile quasi esclusivamente dall’invaso Castello (San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Raffadali, Joppolo Giancaxio, Favara, AragonaComitini, Agrigento nord: Giardina Gallotti, Montaperto, Fontanelle, San Michele, Z.I.) e dall’invaso Fanaco (rimasti a oggi: Casteltermini, San Giovanni Gemini e altri serviti da CB3) verrà ricordato che, nella prospettiva dell’esaurimento della risorsa idrica, dovranno ricercare, senza indugio, ogni fonte idropotabile quali pozzi e sorgenti in disuso e/o insabbiati e/o abbandonati sia pubblici sia privati. Il dipartimento regionale tecnico ha già inviato l’elenco dei pozzi e delle sorgenti agli atti del Genio civile. In caso di necessità i sindaci adotteranno i necessari provvedimenti contingibili e urgenti di occupazione, esproprio e/o di requisizione che, ove necessario, saranno adottati dal prefetto. Nei casi in cui si dovessero utilizzare fonti non certificate come potabili, il sindaco in raccordo con Asp dovrà emettere apposita ordinanza anche a fini cautelativi per uso non potabile.

La Prefettura, al fine di garantire il servizio di distribuzione d’acqua, autorizzerà la circolazione su strada dei mezzi per l’emergenza idrica anche nei giorni festivi; la sezione polizia Stradale di Agrigento agevolerà la circolazione dei mezzi adibiti al trasporto idrico. Bisognerà però comunque accelerare le procedure per la ricerca, il prelievo e l’uso di acqua da pozzi e sorgenti. Il Consorzio di bonifica è tenuto a ricercare tutti i pozzi di competenza e di cui ha notizie e procedere all’immediata attivazione degli stessi sia per fini potabili, in ciò raccordandosi con il soggetto gestore, sia irrigui. L’Enel distribuzione nonché tutti gli operatori sono tenuti ad assicurare gli allacci alla rete e la fornitura di energia elettrica agli impianti necessari per il sollevamento e la distribuzione dell’acqua. Vista la possibile ulteriore evoluzione della crisi in atto, appare necessario poter disporre e prelevare la massima parte dell’acqua presente negli invasi e quindi, prevedendosi uno scenario di riduzione ai minimi livelli, si potranno verificare fenomeni di surriscaldamento con forte evaporazione, rischio di moria di pesci e quindi contaminazione delle acque residue non prelevate. Gli enti Gestori devono pertanto attivare il monitoraggio e l’eventuale prelievo e/o trasferimento della fauna ittica, con gli obiettivi di permettere l’utilizzo dei volumi morti, evitare la moria dei pesci e la conseguente inutilizzabilità dell’acqua ai fini potabili. 

Tutte le strutture, componenti e strutture operative del sistema di protezione civile nazionale e regionale, assicureranno ogni utile supporto per fronteggiare in maniera coordinata l’emergenza in atto e quella che potrà manifestarsi nelle prossime settimane; assicureranno massima collaborazione, anche individuando ulteriori utili interventi, applicando o proponendo ogni più celere possibile procedura al fine di ridurre i tempi di realizzazione degli interventi indifferibili e urgenti.

Occorrerà – e anche questo, come se non fosse chiaro, verrà ricordato ai sindaci e a tutti gli enti competenti – lavorare alacremente nelle prossime settimane mobilitando ogni risorsa in modo coordinato e coeso nel convincimento che lo sforzo congiunto di tutti consentirà il superamento di questa grave emergenza, analogamente a quanto accaduto in passato per situazioni emergenziali, da ultimo quella causata dal Covid-19. Vista l’emergenza in atto e le conseguenti gravi ricadute sul tessuto economico e sociale con conflitti e manifestazioni di protesta da parte della cittadinanza e degli agricoltori appare necessario procedere con assoluta urgenza.

Torna in alto