Dighe San Giovanni e Furore, sindaci Palma di Montechiaro e Favara: Anche a noi serve acqua!
Il Sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino ed il Sindaco di Favara, Antonio Palumbo, intervengono sulla polemica in atto sull’utilizzo per l’agricoltura delle risorse idriche presenti nelle dighe Furore e San Giovanni.
“Pur comprendendo il momento di disperazione vissuto da tutti i territori per la mancanza di acqua sia per uso umano che per uso irriguo – dicono in una nota – corre però l’obbligo precisare che Furore come San Giovanni servono imprese agricole, e giova altresì precisare che si tratta di un sistema di dighe gemelle, e non vi è una diga principale ed una secondaria. Leggitime le preoccupazioni dei colleghi di Naro e di Canicattì così come però lo sono anche quelle di Agrigento e delle comunità di Palma di Montechiaro e Favara che amministriamo. Questi hanno la necessità, cosi come gli altri territori, di avere un’erogazione ancorché minima e razionalizzata rispetto alle dotazioni previste. Pur rispettando e tutelando le culture arboree – continuano Castellino e Palumbo – in queste settimane si è semplicemente chiesto (ed in parte ottenuto) che Furore non fosse lasciata a secco e che avesse una parte per quanto minima di dotazione al fine di scongiurare non solo un impatto economico terribile ma anche un allarme di natura sociale perché la mancata fornitura di acqua avrebbe messo in ginocchio non solo gli imprenditori agirocli ma anche migliaia di braccianti. Non siamo mai per lo scontro e non è il momento sicuramente di attuare una guerra – proseguono – Crediamo fortemente che é il momento di restare uniti a fianco dei territori ed aiutarci in maniera solidale e sinergia. In queste settimane abbiamo incontrato diversi produttori agricoli, ci siamo interfacciati a tutti i livelli regionali per tutelare non solo gli imprenditori serviti da Furore anche quelli serviti da San Giovanni ma non si può sicuramente accettare che un territorio chieda per se l’intera dotazione idrica e condanni a “morte” la restante. Giova ricordare che oggi le due dighe, ed i territori serviti, stanno attraversando un momento assai delicato, pesanti lacune tecniche ed infrastrutturale, hanno causato uno spreco inaccettabile della preziosa risorsa, negli ultimi anni si sono fatti passi avanti, ma il cammino è ancora molto lungo e va percorso con immediatezza, in sinergia con tutti gli enti coinvolti. In sinergia – proseguono Castellino e Palumbo – abbiamo lavorato e lavoriamo per trovare delle soluzioni che da un lato tutelino le culture arbore dall’altro non distruggano le altre imprese agricole che sono servite da Furore. Ringraziamo altresi tutte le Istituzioni coinvolte per aver agito in sinergia e massima terzietà e rispetto Istituzionale e Sociale”.