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San Biagio Platani, omicidio di padre e figlio: chiesto rinvio a giudizio di figlie e amico delle vittime

Il sostituto procuratore Gloria Andreoli ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati del duplice omicidio di Salvatore e Gaetano La Placa avvenuto a San Biagio Platani nell’ormai lontano 1992. Padre e figlio uccisi per 50 milioni di lire, una jeep e dei cani da caccia. L’udienza preliminare, davanti al gup del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli, avrà inizio il prossimo 9 settembre. Per concorso in duplice omicidio sono imputati Luigi Costanza 77 anni, residente a Comitini; Carmela La Placa, 56 anni, residente a Santo Stefano di Quisquina e Rosalba La Placa, 67 anni, residente a San Biagio Platani. Le due donne, figlie di Gaetano La Placa, sarebbero state le mandanti del duplice omicidio di padre e nonno; Luigi Costanza invece l’esecutore materiale. Devono rispondere anche delle aggravanti della premeditazione e, le due sorelle anche dell’aver agito contro due ascendenti, nonché quella d’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare per le vittime, la difesa. Le indagini sono state riaperte a distanza di tre decenni dopo alcuni sospetti di un parente di vittime e indagate. Recentemente sono stati effettuati sequestri e perquisizioni, con un grande dispiegamento di forze, fra San Biagio Platani, Santo Stefano Quisquina e Comitini. I carabinieri della compagnia di Cammarata hanno controllato case e magazzini. Le perquisizioni, disposte dalla Procura. I militari dell’Arma hanno scoperto, in particolare, che l’omicidio di Gaetano La Placa era stato ideato ed organizzato in ambito familiare, nel settembre del 1992, dalla moglie Rosalia Guadagnano, (nel frattempo deceduta) e dalle due figlie Carmela e Rosalba, a causa dei maltrattamenti e delle violenze che il capofamiglia avrebbe compiuto nei confronti della coniuge, oltre che per l’atteggiamento scontroso che lo stesso avrebbe avuto nei confronti del fidanzato della figlia Carmela. Le tre donne, non sopportando più le condotte dell’uomo, piuttosto che denunciarlo, avrebbero deciso di commissionarne l’omicidio a Luigi Costanza, all’epoca venditore ambulante di abbigliamento e amico di caccia di padre e figlio. Costanza, anch’egli cacciatore, conosceva bene i luoghi dove Gaetano La Placa era solito recarsi a caccia, tanto che nelle prime ore della mattina di quel 14 ottobre, avvisato dalle complici, si sarebbe appostato in una strada di campagna, in contrada “Mandralia”, e appena è arrivata la vecchia 127, con alla guida Gaetano La Placa, l’ha fermata amichevolmente e, immediatamente dopo, lo ha ucciso con diversi colpi di fucile caricato a pallettoni, esplosi a distanza ravvicinata. Inoltre, il killer, accortosi della presenza all’interno della autovettura anche del padre Salvatore La Placa, ha sparato a bruciapelo anche a quest’ultimo, uccidendolo sul colpo. Le indagini all’epoca del grave fatto si scontrarono contro un impenetrabile muro di omertà e non consentirono di individuare gli autori e il movente. A distanza di più anni, un parente delle vittime, ha raccontato di alcuni sospetti in famiglia, su quanto era accaduto a padre e figlio.

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