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Canicattì, Operazione Car’s Hacker, il GIP: Il commercialista Tesè estraneo all’associazione a delinquere

L’avvocato Diego Giarratana precisa la posizione del suo assistito, il dottore commercialista Giuseppe Tesè, indagato nell’inchiesta della Guardia di Finanza Car’s Hacker, sulla presunta esistenza di un’associazione a delinquere dedita al commercio illecito di automobili usate con contachilometri alterati a Canicattì.

E’ diritto del lettore ricevere un’informazione corretta con le ragioni che hanno determinato la scelta del GIP Dott. Giuseppe Miceli di non disporre alcuna misura cautelare nei confronti del Dott. Giuseppe Tesè. 

“Per il GIP  non sussistono gravi indizi di colpevolezza nè con riferimento al reato di associazione, nè con riferimento ai reati di riciclaggio ed antiriciclaggio contestati dal PM.

Lo stesso GIP afferma che: “(…) deve escludersi che possa ritenersi partecipe anche il Tesè (…) difetta anche nel Tesè il vincolo di stabilità e (..,) cioè la volontà e consapevolezza di integrare un gruppo associativo posto che la sua opera è stata prestata (…) senza che la sua attività personale sia mai stata davvero così rilevante per gli scopi e le finalità della predetta associazione (…) atteso che i consigli forniti e l’opera prestata sono quelli propri che anche altri consulenti avrebbero potuto dare (…) deve ritenersi, che anche per il Tesè, almeno allo stato, debba escludersi la possibilità di qualificare la sua condotta in termini di reato associativo(…) si ribadisce nei confronti degli indagati Tesè (…) insufficienza e contraddittorietà dei gravi indizi di colpevolezza sotto il profilo soggettivo quanto al delitto come ipotizzato dal PM la cui domanda cautelare, sul punto, si ribadisce, non può che essere allo stato disattesa”

Nell’ Operazione “CAR’S HACKER” della Guardia di Finanza, tre rivendite di auto usate –  Mattinauto Slsl, Global auto Srls e Gold car Srls – sono state sequestrate a Canicattì. I titolari sono accusati di avere dato vita ad un’associazione per delinquere finalizzata alla manomissione dii contachilometri delle vetture in vendita, diminuendo artificiosamente i chilometri effettivamente percorsi, al fine di renderle più appetibili ai clienti e pubblicizzando su siti specializzati come subito.it.le vetture da vendere fornendo dati falsi. Sono quattro i provvedimenti cautelari emessi: due persone sono finite agli arresti domiciliari, vale a dire i fratelli Salvatore e Alfonso Mattina, di 48 e 44 anni; per altre due persone, Manila Mattina, 25 anni, nipote dei due arrestati e Gioachino Lo Giudice, 42 anni, invece, è stato disposto l’obbligo di dimora nel solo centro urbano del Comune di Canicattì. L’indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Agrigento, ipotizza un’associazione per delinquere dedita al commercio illecito di automobili usate con contachilometri alterati. Almeno un centinaio i mezzi interessati dalla presunta manomissione. Le Fiamme gialle avrebbero scoperto che i chilometri percorsi in particolare da una delle auto finite sotto la lente d’ingrandimento dell’inchiesta, sarebbero stati abbassati da 466 mila a 166 mila, alterando evidentemente il valore economico reale dell’auto. L’indagine, che ipotizza un giro d’affari illecito di oltre 700 mila euro, conta complessivamente 14 indagati. 

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