Un 48enne di Canicattì è finito a processo con l’accusa di atti persecutori. Nonostante ventitré anni di differenza ha perso la testa per una ragazza e avrebbe iniziato a tormentarla, inseguirla, pedinarla e a cercarla ossessivamente in strada e sui social, addirittura collocando un Gps sotto la sua autovettura. Il presunto stalker, avrebbe ripetutamente molestato la donna, una 25enne, appostandosi nei pressi della sua abitazione, nei luoghi dalla stessa frequentati, seguendola a bordo della propria auto, fissandola insistentemente per strada, inviandole messaggi su Facebook, chiedendo informazioni sulla ragazza ai vari gestori dei bar, provando ad avvicinarla per parlarle nonostante il rifiuto e inviando lettere agli amici di lei dicendo di esserne innamorato. La ragazza, dopo il ritrovamento del Gps sotto la macchina, ha raccontato di aver vissuto con ansia e paura tali incontri e di aver cambiato abitudini di vita per evitare di incontrarlo ed ha sempre negato di aver avuto un rapporto con l’imputato. La difesa dell’uomo, affidata all’avvocato Monica Malogioglio, ha sostenuto che non era mai stata sporta denuncia per gli episodi narrati dalla donna e dalle sue amiche e che, la testimone ha ammesso che solo nel momento in cui il 48enne aveva detto alla giovane che l’aveva denunciata per diffamazione solo allora la stessa si era recata in caserma a denunciare i fatti. E’, anche emerso, che l’imputato non aveva mai usato violenza fisica. Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Agata Anna Genna ha rinviato il processo per l’esame dei testimoni dell’accusa.
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