Operazione “Vasi comunicanti”, terremoto nella sanità siciliana, corruzione: ci sono arresti eccellenti della Guardia di finanza. L’indagine della Procura di Catania coordinata dal pm Fabio Regolo si snoda tra Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Perugia. Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per 4 Direttori di unità operative complesse, dipartimenti di aziende ospedaliere delle province della Sicilia orientale, 3 rappresentanti di società di distribuzione locale di multinazionali produttrici di dispositivi medici, un rappresentante elle società e un provider per l’organizzazione di eventi. A vario titolo sono indagati “in concorso per i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”. Le indagini, svolte da militari del Gruppo tutela finanza pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria di Catania nascono dalle verifiche sugli sprechi che avrebbero inizialmente fatto emergere come l’A.O.U. Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania avesse “effettuato affidamenti – scrive la Procura – per l’acquisto di dispositivi medici, nell’ambito di gare aziendali di bacino o della Centrale unica di committenza della Regione Siciliana, accordando alle ditte aggiudicatarie un prezzo risultato più elevato rispetto alle quotazioni dei medesimi dispositivi indicate nell’accordo quadro Consip”. Attraverso le intercettazioni, i finanzieri hanno ipotizzato l’esistenza di un “più ampio sistema dedito alla commissione di diversi atti corruttivi ad opera di dirigenti sanitari e rappresentanti delle società di distribuzione locale di multinazionali produttrici di dispositivi medici, utilizzando lo schermo delle sponsorizzazioni economiche di eventi formativi medici”.
Le società “Presifarm Srl”, “Archigen Srl” e “Cardiovascular Srl”, distributrici locali per conto di multinazionali della sanità, avrebbero “promesso e poi elargito ingenti somme di denaro per l’organizzazione da parte dei citati dirigenti sanitari, operanti in strutture sanitarie della Sicilia orientale, di convegni e congressi di medicina finalizzati alla formazione, l’ultimo dei quali svoltosi a Catania nel mese di maggio”. Le sponsorizzazioni economiche avrebbero avuto lo scopo “di ottenere in cambio – spiegano gli inquirenti -l’impegno degli stessi di favorire le “ditte più generose” garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore di propri dispositivi medici nel corso degli interventi chirurgici”. Le stesse imprese sarebbero risultate aggiudicatarie delle gare aziendali, di bacino o della CUC per l’acquisto di propri dispositivi medici. Si tratta di affidamenti caratterizzati da “lotti a consumo” che consentirebbero ai dirigenti medici o del dipartimento di incidere, con le sue decisioni e il suo operato, sulla quantità e sulla tipologia di dispositivi medici da far acquistare all’azienda ospedaliera di riferimento.
“Allo scopo di accrescere il proprio fatturato – ipotizza la Procura – le ditte produttrici e di conseguenza le aziende distributrici, avrebbero avuto interesse a finanziare i dirigenti sanitari affinché favorissero gli ordini di dispositivi medici da loro prodotti e distribuiti”. I finanzieri hanno documentato una proporzionalità tra somme da elargire, le dimensioni della casa produttrice e il numero dei dispositivi medici da acquistare.
I nomi dei medici arrestati
Ai domiciliari ci sono quattro professori, rispettivamente direttori di unità complesse o dipartimenti di cardiologia presso i Policlinici universitari di Catania (Corrado Tamburino) e Messina (Antonio Micari) e i poli ospedalieri di Siracusa (Marco Contrarini) e Ragusa (Antonino Nicosia), membri di un Comitato medico-scientifico del progetto SCA “Sicilian Cardiovasculary Academy” che si occuperebbe dello sviluppo di formazione nella specializzazione di competenza.
I medici, secondo l’accusa, “sfruttando la propria posizione di vertice del rispettivo reparto, avrebbero intrattenuto rapporti con i rappresentanti delle società di distribuzione al fine di negoziare le cifre da erogare in occasione degli eventi organizzati dal comitato scientifico. Ciò sebbene la normativa di settore imporrebbe un completo distacco tra i membri di detto Comitato e i soggetti che si occupano di produzione e distribuzione di prodotti sanitari”.
Gli imprenditori
Ai domiciliari anche gli imprenditori Rosa Vitale, Caterina Maugeri e Giancarlo Antonino Girlando delle tre società catanesi – rispettivamente, Presifarm s.r.l., Archigen s.r.l. e Cardiovascular s.r.l., nonché il referente di una di queste ultime, Francesco Dottorini. Le società si occupano del settore della produzione di valvole aortiche, endoprotesi coronariche e vascolari. Rosa Vitale, Caterina Maugeri e Giancarlo Antonino Girlando sarebbero apparsi “perfettamente a conoscenza del sistema corruttivo, facendone parte in maniera attiva, così contribuendo alla sua alimentazione”.
Gli inquirenti parlando di “un contesto nel quale i predetti avrebbero mantenuto contatti con i dirigenti sanitari in occasione dell’organizzazione di eventi, valutando le richieste economiche pervenute e gli importi da elargire e ponendo tali valutazioni in correlazione con l’entità di propri dispositivi da impiantare. Anche Francesco Dottorini, “sebbene avesse più volte criticato il sistema dei finanziamenti, ne avrebbe fatto pienamente parte – sostengono gli investigatori – spiegando peraltro ad altri come eludere il controllo dei legali, i quali non avrebbero accordato ulteriori somme, oltre a quelle già promesse, a titolo di sponsorizzazione di detti eventi formativi”. Dottorini avrebbe “prospettato al proprio distributore per la provincia etnea la fatturazione di Stent in omaggio che, una volta venduti da quest’ultimo, avrebbero consentito di recuperare la somma da integrare a quella originariamente promessa per l’evento formativo”. Il commerciante avrebbe inoltre “discusso in maniera esplicita con il medesimo interlocutore dei contributi da erogare e del conseguente necessario incremento del numero di valvole che i presidi ospedalieri avrebbero dovuto acquistare, lamentandosi per il numero di prodotti impiantati l’anno precedente e aspettandosi un incremento a fronte dei contributi erogati”.
L’agenzia di viaggio palermitana
La Procura di Catania ritiene “intraneo al sistema corruttivo anche Pietro Sola, amministratore della Collage S.p.A. di Palermo, esercente “attività delle agenzie di viaggio”, che avrebbe assunto il ruolo di “provider degli eventi del progetto di ricerca scientifica promosso dai suddetti dirigenti sanitari, ponendosi quale diretta figura di riferimento di questi ultimi per le sovvenzioni in denaro formalmente destinate all’organizzazione di incontri formativi”. In un recente evento svoltosi a Catania a maggio sarebbero state raccolte somme dalle imprese produttrici di tavi e stent per cifre consistenti, “pari a circa 500 mila euro”. Il Gip di Catania ha ritenuto sussistente “un grave quadro indiziario in ordine ai reati contestati”, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei 9 indagati.