E’ stata archiviata l’inchiesta nei confronti di cinque persone finite sul registro degli indagati in seguito alla morte di un trentasettenne ghanese avvenuta in ospedale il 2 aprile di due anni fa. Lo ha deciso con propria ordinanza il gip del Tribunale di Agrigento Micaela Raimondo, accogliendo le richieste della Procura della Repubblica e dei difensori dei cinque indagati, tra gli altri l’avvocato Salvatore Bruccoleri. Nessuna responsabilità è stata riscontrata nell’operato dei due medici in servizio al presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio”, accusati di omicidio colposo, né a carico dei tre bengalesi ospiti di una comunità, inizialmente, ritenuti responsabili di omicidio preterintenzionale, lesioni personali aggravate e rissa. Tutto ha avuto inizio nel pomeriggio dell’1 aprile del 2022, quando in via Saponara, nel centro storico della città dei Templi, sarebbe scoppiata una zuffa tra la vittima e un gruppo di bengalesi ospiti di una struttura di accoglienza. Ad avere la peggio è stato il ghanese portato al pronto soccorso dell’ospedale di contrada “Consolida”. I sanitari gli hanno diagnosticato traumi non gravi. Poi, con il passare delle ore il quadro clinico si è aggravato, fino ad arrivare, purtroppo, al decesso. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, e la salma è stata sequestrata e sottoposta ad autopsia. I carabinieri hanno identificato gli aggressori e i camici bianchi che l’hanno avuto in cura. L’esame medico legale e le perizie effettate da Giuseppe Ragazzi e Pietro Zuccarello hanno consentito di escludere responsabilità dei due medici. E hanno escluso quale causa di morte le lesioni riportate nella colluttazione. Come è stato accertato il decesso è sopraggiunto per arresto cardiaco improvviso provocato da un’aritmia ventricolare maligna. Il ghanese era giunto a Lampedusa circa sei anni prima, poi, grazie all’aiuto di un’associazione, che si occupa della gestione dei migranti si era sin da subito stabilito ad Agrigento, dove aveva trovato una casa e svolgeva piccoli lavoretti.
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