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Agrigento, sparatoria con omicidio a Villaggio Mosè: nuovi accertamenti biologici 

La procura di Agrigento ha disposto nuovi accertamenti irripetibili nell’inchiesta sulla sparatoria, culminata con l’omicidio di Roberto Di Falco, avvenuta lo scorso febbraio nel piazzale della concessionaria “AutoXPassione” nel quartiere di Villaggio Mosè. Il sostituto procuratore Gaspare Bentivegna ha dato l’ok allo svolgimento di esami di tipo biologico su alcune tracce trovate sotto sulle unghia e sulle mani della vittima. L’accertamento sarà eseguito il prossimo 12 luglio nella sede del Gabinetto di Polizia Scientifica a Palermo.

Tre gli indagati, difesi dagli avvocati Santo Lucia, Tony Ragusa e Giovanni Castronovo: si tratta di Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima; Domenico Avanzato, 36 anni, e Calogero Zarbo, 40 anni. La procura di Agrigento ha contestato a tutti una particolare fattispecie di omicidio, quella per errore. Ricostruzione che è stata condivisa pienamente dal gip del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ma che è stata annullata dal tribunale del Riesame. Il tribunale della Libertà, pur condividendo la ricostruzione storica degli eventi, ha ritenuto inidonea la formulazione del capo di imputazione. In particolare, per i giudici non può essere contestato ai tre indagati l’omicidio per errore poiché trattasi di una fattispecie che si configura quando “vi sia divergenza tra il voluto ed il realizzato dipendente dal cosiddetto errore-inabilità, cioè un errore materiale relativo alla sola fase di esecuzione”. Per i giudici del Tribunale della Libertà, dunque, “Dovrà procedersi ad una scomposizione dell’azione delittuosa con conseguente configurabilità di un tentativo di un omicidio nei confronti della vittima designata (Calogero Zambuto difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano) e del reato di omicidio scrutinato dalla legittima difesa perpetrato dallo Zambuto ai danni di Roberto Di Falco.” 

Lo scorso 27 febbraio quattro palmesi compiono quella che gli inquirenti ritengono una spedizione punitiva nei confronti di Lillo Zambuto, titolare della concessionaria “AutoXPassione” al Villaggio Mosè. Alla base della “punizione” impartita al rivenditore di auto, aggredito nel piazzale della concessionaria, il pagamento di un’auto con un assegno risultato poi scoperto. Durante quei concitati momenti, ripresi in gran parte dalle telecamere, viene estratta una pistola da cui parte un colpo che ferisce mortalmente proprio Roberto Di Falco. 

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